Costanza Marongiu è la mamma di Michela Murgia. Oggi pomeriggio non sarà ai funerali della scrittrice morta per un tumore al quarto stadio che saranno celebrati a Roma: «le mie gambe sono quelle che sono», spiega dalla sua casa in Sardegna, dove ha incontrato la figlia per l'ultima volta un anno fa, a Cagliari. Sapeva della malattia, ma fino all'ultimo le aveva nascosto la gravità della situazione: «Fino al giorno prima mi ha nascosto la verità. Mi diceva: sto migliorando. E io ci credevo. Poi una settimana fa ha smesso di rispondermi al telefono e ho capito che stava male», dice. «Per certi versi ero diventata secondaria: lei aveva fretta di fare le cose che non era mai riuscita a fare prima», ha raccontato la donna in un'intervista al Corriere della Sera.
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L'ultima telefonata
Prima di morire, Michela Murgia ha telefonato al fratello Cristiano per dirgli «che se ne stava andando e che voleva solo che mi dicesse di stare tranquilla e di non piangere. Io non ho pianto, però così è anche peggio, perché mi sento un groppo al cuore che mi sta uccidendo». Durante l'ultima chiacchierata, la figlia le ha detto «che stava bene, che era serena. E che preferiva spostarsi a casa sua, morire a casa e non all’ospedale. Perché mi dici questo?, le ho chiesto. E lei: mamma, lo sai, potrebbe capitare in qualsiasi momento. Ecco, per me Michela non è andata via. Lei è ancora qui».
La famiglia (queer)
La Murgia non ha mai nascosto di aver avuto un padre violento, morto cinque anni fa.
L'incontro
L'ultimo incontro tra madre e figlia un anno fa a Cagliari, dove presentava un libro. «Ormai non posso più camminare, aspettavo che venisse lei», ma non è successo perché «ha seguito i suoi sogni. Per certi versi ero diventata secondaria: lei aveva fretta di fare le cose che non aveva fatto prima». Perché «i figli nascono con le ali e poi volano via. Nessuna mamma ha il diritto di fermarli». Mamma Costanza non ha ancora conosciuto Lorenzo Terenzi, l'uomo che la figlia ha sposato un mese fa in articulo mortis. Un ricordo di Michela bambina? «Vispissima, intelligentissima. A scuola era la prima della classe e si lamentava quando perdeva un colpo: se non era 8 e diventava 7, già si preoccupava». Con questi presupposti, il successo non l'ha colpta di sorpresa: «Non mi ha meravigliato nemmeno un po’, Michela assomigliava anche a me. Era una forza della natura. Qualunque strada avesse intrapreso, sapevo che sarebbe riuscita. Raggiungeva tutti gli obiettivi che si metteva in testa: era forte, coraggiosa, puntualmente critica anche con sé stessa. Se sbagliava lo ammetteva, era importante».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Agosto 2023, 08:43
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