Gifuni: "Dopo la storia, esploro i sentimenti" - Intervista

Gifuni: "Dopo la storia, esploro i sentimenti" - Intervista

di Michela Greco
ROMA – In tv ha prestato il volto a Paolo VI, Alcide De Gasperi, Franco Basaglia e presto sarà il giornalista Pippo Fava; a teatro ha esplorato la "antibiografia di una nazione" attraverso Gadda e Pasolini; sul grande schermo ha incarnato Aldo Moro (in Romanzo di una strage) e un industriale molto simile a Raul Gardini in Fai bei sogni. Come dice lui stesso, Fabrizio Gifuni ha vestito i panni "di alcuni dei personaggi più significativi del secolo scorso". Ora invece sta per arrivare nelle sale nel ruolo di un architetto torinese di grido in Dove non ho mai abitato di Paolo Franchi (al cinema da dopodomani), film di cui ha parlato con passione ieri, ospite della redazione di Leggo in veste di "direttore per un giorno". "Il tema del film sono i sentimenti primari – ha spiegato l'attore – l'amore e la fragilità, stati emotivi assoluti e senza tempo. Dove non ho mai abitato li affronta con un impianto formale allo stesso tempo classico e post-moderno". Melodramma radicato nelle stanze dell'alta borghesia torinese, il film di Franchi vede il suo personaggio (Massimo), delfino di un'ormai anziana archistar geniale e caratteriale (Giulio Brogi), scontrarsi e poi avvicinarsi alla figlia di lui (Emmanuelle Devos), baciata dal talento in campo architettonico ma incastrata da anni nel ruolo di moglie di un uomo molto più grande (Hippolyte Girardot).
"La mia co-protagonista Emmanuelle ha un fascino magnetico particolare e un grande istinto - ha sottolineato Gifuni - In questo film ci sono degli importanti attori francesi: il cinema italiano ha sempre guardato alla Francia con simpatia e affetto e i nostri cugini transalpini hanno sempre riconosciuto di avere un debito nei confronti dei nostri registi. Ma questo affettuoso rispetto c'è solo nel cinema: negli altri campi prevale una rivalità da galletti". Dotato di grande passione calcistica - è un romano che tifa Juventus - ieri Gifuni si è interessato molto anche alle notizie di sport e si è sentito "a casa" in redazione. D'altra parte l'estate scorsa ha girato Prima che la notte, interpretando un cronista siciliano ucciso dalla mafia: "Pippo Fava faceva cose importanti – ha detto – ma senza ammantarle di eroismo. Anzi, tutto voleva tranne che diventare un eroe. Era uno che amava la vita e se la mangiava a morsi". Per vedere la fiction diretta da Daniele Vicari bisognerà ancora aspettare alcune settimane, nel frattempo l'attore continua a confrontarsi con grandissimi personaggi: a gennaio sarà in scena a Milano nei panni del padre della psicoanalisi Sigmund Freud.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Ottobre 2017, 23:50
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