«Aggredito dalla polizia perché tatuato», denuncia social dell'attivista disabile: spinto a terra, chiamato handicappato tra le risate

Il 29enne ha raccontato dell'aggressione e delle motivazioni: sul caso sono in corso accertamenti


di Redazione web

Il quartiere di Tor Bella Monaca sta supportando Michele Daini dopo il racconto di un'aggressione subita da parte della polizia. Il 29enne romano si è recato al Policlinico di Tor Vergata dopo lo scontro che, secondo quanto ha sostenuto, sarebbe una violenza immotivata da parte degli agenti.

La denuncia del giovane attivista disabile arriva su Facebook con una foto che manifesta sconforto e sfiducia. Ecco cosa ha raccontato. 

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L'aggressione: la versione di Michele Daini

«Questa sera - ha scritto il 17 agosto Daini, noto a Tor Bella Monaca dove si è candidato alle ultime elezioni con Sinistra civica ecologista - sono stato aggredito da una pattuglia del commissariato Romanina, spinto a terra, chiamato handicappato tra le risate di una seconda pattuglia giunta in un secondo momento. Il reato che mi è stato contestato non è dato sapere, li ho pregati di non usare il teaser perché sono malato di cuore. Mi appello a tutti voi perché al momento ho bisogno del vostro supporto.

Sono ancora stravolto e faccio questo post solo perché la faccenda non rimanga all'oscuro».

Secondo quanto riportato sul Corriere della sera, Michele sarebbe stato trovato in possesso di una pistola scacciacani e a suo carico anche l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale: avrebbe inveito contro gli agenti con il bastone che utilizza per camminare.

«Del bastone ho bisogno perché ho problemi di deambulazione. Quanto alla pistola finta, provenivo da una passeggiata in Abruzzo nel bosco, dove è per me indispensabile tutelarmi di fronte alla possibilità di un incontro con un animale selvatico», ha spiegato sui social Michele.

Il vero motivo che avrebbe spinto gli agenti a spingersi oltre nel controllo di routine, sostiene ancora lui, è quella di essersi trovati di fronte a un ragazzo molto tatuato. «I soliti pregiudizi» punta il dito, mentre a difenderlo interviene anche la mamma della sua fidanzata: «Spesso le apparenze creano pregiudizi sciocchi, ne scrivevo mesi fa: non c'è redenzione e speranza per chi nasce e abita in un quartiere come Tor Bella Monaca».

Il supporto di Tor Bella  Monaca

In tanti hanno rilanciato il post del 29enne che si descrive come un giovane cresciuto nella Roma "povera" dalla quale ha preso il meglio e trasformato in suo punto di forza. Assistente sociale, attivista, vicino alle persone con fragilità, Michele Daini è circodanto dal supporto del suo quartiere che denuncia altri abusi di potere negli scorsi giorni da parte delle forze dell'ordine. 

Sul suo caso, però, sono ancora in corso gli accertamenti e le telecamere di sicurezza della pompa di benzina nei pressi in cui è stato fermato potranno restituire maggiore concretezza alla dinamica dei fatti.  


Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Settembre 2023, 17:40
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