Scontro fra aerei a Guidonia, al funerale dei piloti dolore e lacrime: «Il loro gesto eroico è esempio per tutti noi»

Guidonia si veste a lutto. Bandiere a mezz'asta e lutto cittadino per i funerali solenni dei piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello

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di Niccolò Dainelli

Guidonia si veste a lutto. Bandiere a mezz'asta e lutto cittadino per i funerali solenni del tenente colonnello Giuseppe Cipriano e del maggiore Marco Meneghello, i due piloti che hanno perso la vita nel tragico incidente aereo avvenuto nei cieli di Guidonia lo scorso 7 marzo. Le esequie alle parrocchia Beata Vergine di Loreto in piazza Lauretana. Chiesa intitolata alla santa protettrice di tutti gli aeronauti. 

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La cerimonia

Le esequie dei due piloti hanno sono iniziate alle 16:00 di oggi, venerdì 10 marzo, nella Parrocchia Beata Maria Vergine di Loreto, a Guidonia in provincia di Roma. I funerali, degli ufficiali morti nell'incidente aereo avvenuto nella tarda mattinata di martedì, 7 marzo, mentre erano ai comandi dei velivoli U-208A, nell'ambito di una missione di addestramento nei pressi della base aerea del 60ø Stormo, a Guidonia. Alla cerimonia funebre, officiata dall'Ordinario militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò, sono presenti autorità militari, civili e religiose, che si stringeranno insieme al capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, generale Luca Goretti, ai familiari e ai colleghi per l'ultimo saluto ai giovani piloti.

«Profondo rispetto»

«In segno di profondo rispetto, di lutto e vicinanza ai familiari dei due ufficiali - indica la Forza armata su Twitter - oggi le Bandiere di tutte le basi dell'Aeronautica Militare saranno a mezz'asta. Non è possibile al momento formulare alcuna ipotesi in merito alle cause dell'incidente. Saranno le inchieste della Procura di Tivoli e della commissione di sicurezza del volo istituita come da prassi dall'Aeronautica Militare a raccogliere ed analizzare i dati e le informazioni utili a stabilire la dinamica dei fatti». 

 

La tragedia

Un drammatico incidente, una collisione in volo tra due aerei nel corso una esercitazione che solo per l'eroismo di uno dei due piloti deceduti non si è trasformata in una sciagura con molti morti. È quanto avvenuto martedì scorso poco prima di mezzogiorno a Guidonia, centro alle porte di Roma, dove due velivoli del 60° Stormo dell'Aeronautica Militare, per ragioni ancora da accertare, si sono scontrati nella fase che precede l'atterraggio. L'impatto in volo è violento: i due mezzi sono precipitati in pochi istanti. Uno è andato a schiantarsi in una zona rurale di Collefiorito di Guidonia, il secondo velivolo, a bordo del quale c'era Meneghello, è caduto in via della Margherita, nel pieno centro abitato. Nel secondo caso il pilota è riuscito ad effettuare una manovra disperata, proprio per evitare che il mezzo andasse a finire sulle abitazioni. «Ha fatto qualcosa per evitarli, li ha schivati - racconta un testimone oculare -. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi».

Il saluto di Crosetto

Ai funerali dei due piloti, a Guidonia, presente anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Proprio il ministro Crosetto, ha voluto omaggiare i due eroi durante la cerimonia di giuramento del 204esimo Corso «Volontà» di Esercito Italiano e Arma dei Carabinieri dell’Accademia Militare di Modena. «Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello ci hanno dato l’esempio: hanno capito che stavano morendo e si sono preoccupati che la loro morte non comportasse la morte di altri, assumendosi la responsabilità della scelta fatta». Poi, prima di lasciare la cerimonia per andare a Guidonia, ha aggiunto: «Avrei dovuto restare qui con voi - ha ricordato il ministro -, ma a Guidonia ci sono i funerali dei nostri due ragazzi e siccome siamo una famiglia il padre di famiglia non puo’ non esserci.

E so che portero’ con me il cuore di ciascuno di voi».

«Affranti da dolore»

«Cari Giuseppe e Marco, siamo affranti dal dolore ma vogliamo immaginarvi così, felici. Felici di non aver consumato invano la vita ma di esservi consumati nell'amore fraterno, nell'amicizia e, soprattutto, in un servizio che è stata la vostra passione, la vostra dedizione al bene della gente e del nostro Paese; e vi ha preparati alla morte come incontro definitivo con il Signore, la cui vicinanza avete potuto sperimentare nella vita di ogni giorno». Così l'Ordinario militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò, nell'omelia per i funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello. «È un dolore profondo quello che oggi ci trafigge tutti, particolarmente voi, care famiglie di Giuseppe e Marco; parenti e amici, colleghi dell'Aeronautica Militare. Un dolore che rimbomba dentro, come l'esplosione che ha spento in pochi attimi la vita dei due piloti, in un tremendo incidente di volo. Una morte improvvisa e tragica, come quella che ha colpito e accomunato Giuseppe e Marco, è una morte che lascia sgomenti ma ci fa anche fermare per chiederci il senso. Giuseppe e Marco hanno vissuto il rischio, sì, ma non quello di chi sfida la morte perché disprezza la vita! È piuttosto il rischio previsto in una professione che, se portata avanti fino alla fine, espone al rischio stesso della propria vita per il bene della vita altrui. Due vite accomunate da una passione infinita per il volo e da una grande competenza nello svolgimento dei propri compiti».

«Gesto eroico è un esempio»

«Non si vive per se stessi e tutta la storia di Marco e Giuseppe lo afferma, fino all'ultimo gesto di eroismo, con cui, tanti lo hanno riconosciuto, con commozione e gratitudine, si è potuta sventare una tragedia di dimensioni molto maggiori», prosegue mons. Santo Marcianò. «La manovra estrema, che ha evitato il precipitare dell'aereo sulle case e sulla gente, non è stata solo frutto di perizia e coraggio, di un addestramento nel quale i piloti imparano a scansare obiettivi sensibili; è stata ancor più una sorta di istinto, sgorgato dal grande cuore dei nostri amici, dalla profonda umanità maturata in loro grazie anche alla formazione ampia e completa offerta dalla nostra Aeronautica Militare. È più che eroismo o semplice altruismo quello che ha segnato la loro vita e la loro morte e oggi diventa esempio e forza per noi». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Marzo 2023, 15:17
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