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La mobilitazione è partita dai dipendenti aeroportuali che, fino a poco tempo fa, lavoravano allo scalo internazionale di Napoli Capodichino. La denuncia, però, è stata raccolta dai lavoratori di tutta Italia. Come spiega a Leggo Pietrandrea D'Amato, l'esclusione andrebbe a coinvolgere diversi operatori stagionali, quindi precari, che non rientrano nella cassa integrazione prevista per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato. I lavoratori stagionali del settore sono dipendenti di aziende aeroportuali, compagnie aeree, società di handling, operai e lavoratori in pista. Il primo decreto Cura Italia, tuttavia, li ha esclusi dall'erogazione del sussidio.
Il motivo lo spiega proprio uno dei dipendenti aeroportuali stagionali che ha lanciato la mobilitazione: «Purtroppo non rientriamo in quanto previsto dall'articolo 29, che interessa lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali. Il settore aeroportuale è regolamentato dal Contratto collettivo nazionale del trasporto aereo, che non ha nulla a che vedere col settore del turismo». Quello che preoccupa i lavoratori stagionali è la situazione di incertezza venutasi a creare: «Quello che ci chiediamo è: l'Inps ci fornirà il bonus o poi ci chiederà di restituirlo perché non previsto dal primo decreto? Lo abbiamo chiesto al Governo e all'Inps, ma finora nessuno ha saputo darci risposte».
Quello aeroportuale è uno dei settori più colpiti dall'emergenza coronavirus. In virtù delle chiusure tra i singoli stati, il traffico aereo si è ridotto drasticamente e nei vari aeroporti sono stati chiusi e rimodulati i vari terminal. Una situazione destinata a perdurare anche alla fine dell'emergenza in Italia, perché prima sarà necessario attendere la fine in tutto il mondo. I lavoratori stagionali aeroportuali, pur non avendo un contratto a tempo indeterminato, lavorano comunque dai sei ai dieci mesi all'anno. Per questo sono una risorsa indispensabile per le aziende e lo rivendicano anche oggi: «Senza di noi, soprattutto in estate, gli aeroporti collasserebbero. Noi non stiamo protestando contro le nostre aziende, perché anche loro sono state travolte dall'emergenza, ma abbiamo bisogno di risposte chiare e chiediamo di essere stati ascoltati dal Governo. Un'alternativa al bonus potrebbe essere il prolungamento della Naspi, anche perché probabilmente non torneremo a lavoro prima del 2021».
La mobilitazione, partita pochi giorni fa in seguito all'amara scoperta, non si ferma e si è estesa da Napoli a tutta Italia. «Non possiamo fermare la nostra vita solo perché senza contratto. Tra di noi ci sono ragazzi giovani, di 20-25 anni, che potrebbero anche trovare altri lavori, ma ci sono anche uomini e donne con famiglie da mantenere. Le nuove misure dovrebbero introdurre un sussidio per altri stagionali e anche per i lavoratori in nero, la speranza è quella di rientrare in questa nuova categoria, ma vorremmo avere certezze e non brutte sorprese» - spiegano i dipendenti aeroportuali stagionali - «Non vorremmo solo il sussidio del Cura Italia, quello deve essere un inizio, ma è giunto il momento di costruire un'unione per rivendicare tutti i nostri diritti di lavoratori precari».
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Marzo 2020, 21:40
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