Coronavirus, in Italia tutti negativi ai test. Sale il numero dei contagi: «Sono già più della Sars»

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Coronavirus, il numero di contagi alle 18 locali (le 11 in Italia) è salito a 6.078 casi: è l'ultima stima postata dalla tv statale Cctv sul suo account Weibo, il Twitter cinese. Le morti per via del virus simile alla Sars esploso nella regione intorno alla città di Wuhan restano ferme a quota 132, così come comunicato dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) che aveva precedentemente parlato di 5.974 contagi, già più di quelli per la stessa Sars del 2002-03 (che si fermarono, nelle statistiche dell'Oms, a quota 5.327).

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IN ITALIA TUTTI NEGATIVI Per quanto riguarda l'Italia, al momento tutti i casi sospetti segnalati si sono rivelati negativi ai test per il virus 2019-nCoV, secondo quanto ha riferito il Ministero della Salute in una nota. La conferma è arrivata poco fa dopo le analisi realizzate all'Istituto Spallanzani di Roma che aveva fatto scattare le procedure di controllo. L'ultimo caso segnalato quello a Napoli di un uomo cinese rientrato dal suo paese e ricoverato al Cotugno. 

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MALATI IN ITALIA NEGLI OSPEDALI REGIONALI Il protocollo italiano prevede che gli eventuali pazienti a cui dovesse essere diagnosticato il coronavirus saranno ricoverati nel reparto di malattie infettive dell'ospedale della regione dove si trovano: secondo quanto si apprende è questa ed è pronta la procedura del Ministero della Salute. In sede di task-force, è stato confermato che in ogni regione esiste una struttura con un reparto di malattie infettive. Il paziente sarà trasferito allo Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano solo nel caso in cui si dovesse aggravare. 

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Intanto il Ministero della Difesa sta collaborando con il ministero degli Esteri per il rimpatrio dei nostri connazionali bloccati a Wuhan: lo scrive la Difesa in un tweet sottolineando che ad occuparsi del rientro è il Comando operativo di vertice interforze. Gli italiani che torneranno domani dalla Cina non saranno messi in quarantena in modo automatico, ha assicurato il direttore scientifico dello Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, ma sarà valutata la situazione caso per caso. «Neppure gli Usa lo fanno, le autorità decideranno qual è la forma migliore di sorveglianza, che non sarà necessariamente una quarantena.
Credo che nessuno pensi di ospedalizzare persone che stanno bene». 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Gennaio 2020, 19:19
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