Giampiero Mughini entra dentro la Casa del Grande Fratello: «I soldi sono importanti, ma mi interessa rientrare nel giro»

«Entro nella casa tra un paio di settimane. Senza cellulare e senza orologio. Porto la mia salsa per condire quella pietanza»

Giampiero Mughini entra dentro la Casa del Grande Fratello: «I soldi sono importanti, ma mi interessa rientrare nel giro»

di Redazione web

Padre fascista, nonno comunista. Lui, Giampiero Mughini, tra i fondatori del Manifesto, ha una vita ricca di storia. Una vita vissuta incontrando anche la depressione? «Sì. Fu un periodo in cui anche solo andare dal letto al bagno mi costava una fatica terribile. Poi ne sono uscito con le pillole. E con la consapevolezza che nella vita esiste il bianco ed esiste il nero».

Al Corriere della Sera non nasconde che «il denaro è una motivazione importante, ma non certo la prima». Altri dicono che Mughini faccia di tutto e di più, televisione compresa, per narcisismo. «Questa è già un’ipotesi più calzante. Ma il vero motivo è fare una cosa per la prima volta, rientrare nel giro, mettermi in gioco. E il pop, dal cinema al fumetto, per me è parte essenziale della vita».

E ora per "narcisismo" entra dentro la Casa del Grande Fratello: «Entro nella casa tra un paio di settimane. Senza cellulare e senza orologio. Porto la mia salsa per condire quella pietanza».

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La vita di Mughini nella Casa

Dentro la Casa non potrà esercitare il suo tifo sfrenato per la Juventus.

La squadra del suo cuore «Sono diventato un tifoso della Juventus perché da bambino giocavo con le figurine Panini e mi piacevano Giampiero Boniperti, che si chiamava come me, ed Ermes Muccinelli, che era piccolo e nervoso come me».

Ancora calcio. Il più grande sportivo nel calcio per Mughini è «Marco Tardelli: il più moderno. La prima volta che lo incontrai ero emozionato come un bambino; ora lui e Myrta Merlino sono cari amici. La Juve tutta italiana del 1977 è per me la squadra più forte di sempre. In Argentina giocò un Mondiale favoloso. E mancavano Beppe Furino e Francesco Morini: due rocce». E tra gli stranieri? «Crujff era mostruoso». Maradona? Platini? «Non sono stranieri. Maradona è il più grande calciatore napoletano. Platini è diventato grande in Italia».

Considerazione politica-calcistica: «La Meloni me la trovai davanti la prima volta che avrà avuto diciotto anni: non sbagliò una parola. Pure al governo ha iniziato bene; poi si è ingarbugliata. Anche a causa della sua squadra: se giocasse a calcio, sarebbe in serie C».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Settembre 2023, 10:17
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