«Siamo 4 amiche e abbiamo trasformato un autobus a due piani in un ostello itinerante: un duro lavoro, ma ora è sempre tutto prenotato»

Il progetto ha preso il nome di "La Karavana" e offre a chiunque sia interessato la possibilità di partire per un'esperienza on the road in loro compagnia

«Siamo 4 amiche e abbiamo trasformato un autobus a due piani in un ostello itinerante: un duro lavoro, ma ora è sempre tutto prenotato»

di Redazione Web

La capacità di reinventarsi e la creatività per costruire e perseguire un progetto che possa assicurare non solo dei buoni guadagni, ma anche (e forse soprattutto) soddisfazione: queste sono le qualità di quattro ragazze che quattro anni fa, durante la pandemia, hanno acquistato e ristrutturato un autobus a due piani del 1976 con l'intenzione di convertirlo in un ostello itinerante. L'obiettivo, come scrive Saskia per Business Insider, era di «viaggiare e portare altre persone con noi nelle nostre avventure».

Nonostante nessuna di loro avesse alcuna esperienza pregressa nel fai da te, né le competenze necessarie per ristrutturare, quattro anni dopo «il bus è completo, l'ostello funziona alla grande e siamo pronte per imbarcarci verso l'Islanda, questa estate». 

Il progetto ha preso il nome di "La Karavana" e offre a chiunque sia interessato la possibilità di partire per un'esperienza on the road in loro compagnia. 

La nascita di "La Karavana"

Inizialmente, le 4 ragazze non sapevano bene dove questo progetto le avrebbe portate, non solo perché si trattava di un percorso totalmente nuovo, ma anche perché decidere di avviare un business con altre persone può sempre rivelarsi rischioso: i litigi e le incomprensioni sono dietro l'angolo.

Saskia e Jolisa sono sorelle gemelle, ma «anche se ci conosciamo ovviamente molto bene, non avevamo mai lavorato insieme. Da bambine abbiamo sempre cercato di vivere vite separate, ma adesso avremmo gestito tutto insieme, vissuto nella stessa casa e condiviso un ufficio». 

«Devo ammettere che imbarcarsi in un progetto simile, durante la pandemia, con mia sorella gemella, la mia migliore amica (Lisa) e una sconosciuta (Eileen) è stato un salto nel buio - scrive Saskia -. Nessuna di noi aveva esperienza nella ristrutturazione o nell'imprenditoria, ma sapevamo di potercela fare contando l'una sull'altra». Nell'anno impiegato a convertire l'autobus ci sono stati momenti particolarmente difficili, specialmente dal punto di vista economico. Più di una volta hanno dovuto fare affidamento ai loro risparmi privati e anche quelli, col tempo, hanno iniziato a scarseggiare. 

«La situazione finanziaria stava diventando davvero frustrante. Abbiamo faticato a gestire alcuni problemi nella ristrutturazione: perdite, finestrini rotti e la necessità di lavorare in inverno, con temperature sotto lo zero», racconta Saskia. Eppure i bei momenti non sono mancati: «Mi ricordo bene la prima volta che abbiamo guidato il bus tutte insieme, è stato magico. Eravamo molto emozionate e orgogliose». Lisa, poi, ha deciso di dedicarsi a un altro progetto, ma Saskia, Eileen e Jolisa hanno iniziato a lavorare sul modello di business ora che la ristrutturazione era terminata. 

Costruire la fiducia dei clienti

«Il primo step era convincere gente a seguirci in strada. Abbiamo costruito il sito web, deciso il giusto prezzo e cercato di costruire fiducia nei confronti delle nostre competenze e nell'abilità di garantirgli un bel viaggio. Il carico di lavoro non è certo diminuito, ma eravamo emozionate ogni volta che vedevamo una prenotazione», dice Saskia. Il primo anno, purtroppo, sono state costrette a cancellare alcuni viaggi per mancanza di iscritti, ma il secondo anno «era tutto prenotato. Riuscivamo a malapena a crederci: il duro lavoro aveva ripagato».

La felicità era tanta da non sembrare reale, per le tre ragazze: «A ripensare alle esperienze passate ci viene da sorridere. Sono successe tante cose, abbiamo imparato tanto e conosciuto persone bellissime». La prossima meta è l'Islanda, un progetto che sarà certamente una grande sfida, soprattutto perché dovranno imbarcare il bus su una nave per poter poi esplorare l'isola. «Lo facciamo perché siamo legate dalla passione di mostrare agli altri i posti che riteniamo speciali, ecco ciò che ci unisce. Non è una questione di soldi, ma di esperienze», scrive Saskia. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Marzo 2024, 22:14
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