Inflazione, l’Antitrust: «La tassa più odiosa. Più di una famiglia su 2 costretta a erodere i risparmi»

La relazione annuale: «Per i meno abbienti l’aumento di prezzi è insostenibile»

Inflazione, l’Antitrust: «La tassa più odiosa. Più di una famiglia su 2 costretta a erodere i risparmi»

di Alessandra Severini

Benzina, bollette, generi alimentari e servizi. Tutto aumenta e la corsa impazzita dei prezzi, cominciata due anni fa, sembra inarrestabile. La conseguenza è che sempre più famiglie si trovano in difficoltà e, chi può, saccheggia i risparmi. La sconsolante fotografia stavolta la scatta l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nella sua relazione annuale. L’inflazione è «la tassa più odiosa» - spiega il presidente dell’Authority Roberto Rustichelli - perché «grava più sulle famiglie che hanno una minore capacità di spesa, colpisce i bisognosi più dei ricchi, riduce il valore dei risparmi e pesa particolarmente sui lavoratori a reddito fisso».

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Penalizzate le famiglie povere 

A conti fatti, «per il 20% delle famiglie meno abbienti, l’inflazione effettiva arriva a essere quasi il doppio di quella delle famiglie più ricche», ha osservato Rustichelli. I prezzi hanno iniziato a correre da giugno 2021 come non si vedeva da decenni.

In media, nel 2022 i prezzi al consumo hanno registrato, secondo l’Istat, una crescita del +8,1%: l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu pari a +9,2%), principalmente a causa dall’andamento dei prezzi dei beni energetici. Per una famiglia tali dati si sono tradotti in una spesa di circa 3000 euro in più all’anno. Nel 2023 le cose non sembrano migliorare. Ad aprile l’inflazione era all’8,2, a maggio al 7,6%. E siccome salari e pensioni si adeguano con ritardo o non si adeguano affatto all’aumento dei prezzi, chi può è costretto a saccheggiare il gruzzolo messo da parte. «Nel corso del 2022 – è ancora il conto dell’Antitrust - oltre la metà delle famiglie, il 55%, ha eroso i propri risparmi a causa dell’aumento generale dei prezzi».

I risparmi

E a proposito di risparmi il presidente Rustichelli si è rivolto anche alle banche sottolineando come, a fronte di un aumento dei tassi, la banche non remunerino ancora a sufficienza i conti di famiglie e imprese. In pratica se aumentano i tassi praticati a famiglie e imprese per i prestiti bancari, altrettanto dovrebbero aumentare i tassi pagati ai risparmiatori. Da questo orecchio invece il sistema del credito sembra non sentire e per questo Rustichelli chiede «un dialogo maggiore tra banche e clientela che porti a una maggiore remunerazione dei depositi e dei risparmi».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Giugno 2023, 07:51
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