Famiglie più povere, in Italia i capitali calano del 50%: ecco come tutelare i nostri risparmi

Dagli investimenti non tradizionali all’oro, ci sono diverse alternative per tutelare i nostri soldi. Ma l’imperativo è formazione finanziaria

Famiglie più povere, in Italia i capitali calano del 50%: ecco come tutelare i nostri risparmi

di Redazione Web

Il caro prezzi, dovuto all’inflazione, ha causato solo nello scorso anno la diminuzione dei risparmi di oltre il 50% delle famiglie italiane, secondo quanto rivelato dall'Antitrust. Dunque, quel tesoretto che resta nei conti correnti che, secondo le ultime stime era di 1.384 miliardi Bankitalia, non garantisce la messa in sicurezza dei nostri capitali.

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Come tutelare i risparmi: i rimedi all'inflazione

«In questo momento, alla luce degli attuali scenari socio economici - spiega Marco Doni, trader professionista, ospite fisso di CNBC e responsabile Area Docenti Joe Ross Italia S.p.A -  non ci sono tante soluzioni per gestire il proprio patrimonio fra tassi di inflazione con picchi del 10% (oggi il dato è al 8,3%), titoli di Stato o investimenti tradizionali con rese molto basse, aumento del costo delle materie prime, progressivo indebolimento dell’Euro e aumento dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali per contenere la svalutazione. È quanto mai necessario che ciascuno si occupi personalmente della propria situazione monetaria e non deleghi altre figure, sebbene siano professionisti accreditati. Serve acquisire formazione finanziaria per comprendere come far fruttare al meglio i risparmi di una vita. I nostri soldi per non perdere di valore rispetto all’inflazione, devono produrre un guadagno pari all’8,3%, altrimenti accade ciò che viene definito ‘dead money’».

Dunque la responsabilità verso i propri soldi si traduce nella necessità di avere le giuste conoscenze in campo finanziario. Ma se gli italiani sono degli abili risparmiatori, certo non si può dire lo stesso sulle loro nozioni economiche.

Secondo l'OCSE, siamo tra i Paesi europei con le più scarse conoscenze in materia, relegati a essere fanalino di coda del Vecchio Continente. Situazione confermata dal decimo “European Consumer Payment Report” (EPR). Dall’indagine, condotta su 24 paesi europei, è emerso che in Italia oltre il 40% degli intervistati (circa il 30% in Europa) non ritiene di avere avuto un’educazione finanziaria sufficiente a comprendere le sfide degli ultimi anni.

È quanto mai evidente come la formazione finanziaria sia necessaria nella vita di ciascuno di noi. Ma come si fa a comprendere il percorso più adatto per imparare a gestire i propri risparmi in modo redditizio?

«Esistono diversi strumenti non tradizionali utili a generare rendite superiori anche al 10% - spiega Doni - ma, il primo passo quando si vuole intraprendere un corso formativo in ambito finanziario, è informarsi su chi sia il docente e se possiede le giuste skills per poter insegnare quel determinato argomento.

Deve avere delle referenze, aver partecipato come relatore a eventi di rilievo nell’ambito della materia che insegna, e, magari, anche aver scritto dei libri su quel determinato argomento. Deve applicare quotidianamente ciò che insegna, dimostrando i risultati ottenuti. Ovvero, che quella determinata tecnica di trading che spiega porti realmente dei profitti. Altro elemento da valutare è la sua capacità di spiegare concetti complessi in modo chiaro e comprensibile. Sembra scontato ma non lo è affatto. Ed è possibile verificarlo, solo per fare un esempio, se ha recensioni da parte di studenti che certificano la sua formazione».


Imparare tecniche di investimenti che hanno percentuali di resa decisamente superiori a quelli tradizionali, è quindi una valida alternativa per non lasciare che i risparmi restino fermi nei nostri conti correnti, andando via via a perdere valore.

«Un'ulteriore strada che presuppone anch’essa un’adeguata formazione è staccare i risparmi dal sistema monetario. Questo consente di proteggerli dall’inflazione e della progressiva perdita di valore dell’Euro e della sua svalutazione. Un esempio può essere rappresentato dal trasformare un conto risparmio in oro fisico: ovvero acquistando dei lingotti d’oro», chiarisce Doni.

«L’oro è un bene che non subisce l’influenza dell’inflazione né della svalutazione della moneta. Dal 2004 ad oggi il metallo prezioso ha sempre performato e fatto registrare un significativo + 500%. È chiaro che vi sono periodi in cui i prezzi sono saliti e periodi in cui sono scesi, e proprio in questi momenti è opportuno comprare e accumulare il bene prezioso. Noi dobbiamo seguire l’esempio delle banche che stanno facendo man bassa di oro. L’investimento, nel bene rifugio per eccellenza, non deve però essere speculativo, cioè compro ad aprile per vendere a settembre, ma va inteso come un accumulo. In un periodo medio lungo di 5 anni, date le condizioni attuali, è molto probabile che il suo prezzo continuerà il trend positivo e quello che oggi viene definito il massimo dell’oro, potrebbe essere il minimo della quotazione nei prossimi anni. In conclusione ribadisco se oggi i nostri connazionali sono disillusi da investimenti sbagliati, magari proposti loro da fantomatici esperti, oppure hanno guadagnato poco ricorrendo a titoli di Stato oppure a Fondi di investimento infruttuosi, è giunto il momento di superare questa paura che genera immobilismo imparando ad assumersi la piena gestione e responsabilità delle proprie finanze. Responsabilità e gestione che hanno un unico imperativo: acquisire una corretta cultura finanziaria e diventare artefici del proprio futuro».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Giugno 2023, 15:12
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