Niccolò Fabi, il tour fa tappa all'Auditorium:
appuntamento live domenica sera
di Tiziana Boldrini
Già tanti sold out
«Sono molto contento, al di là del numero dei fan, sento che c’è una grande risposta emotiva. Non solo l’apprezzamento per le singole canzoni ma un legame molto intimo con il pubblico».
A Roma replicherà il 22 luglio
«I romani hanno la possibilità di vedermi da vicino, ma non credo sia solo una questione di concittadinanza. Esiste un rapporto profondo, coltivato nel tempo».
La band è una sua scoperta
«Ho bisogno dello spirito avventuriero e avventuruoso tipico dei neofiti. Con i miei musicisti deve esserci una forte empatia, con Alberto Bianco e gli altri ragazzi è nata subito».
Anche gli artisti spalla
«Ho fatto una scelta stilistica rispetto al disco e al live, che rimandano al folk americano. Wrongonyou è molto ispirato, lo scozzese Fraser Anderson, con me a Roma, mi ha colpito parecchio, un bel gesto di ospitalità».
La scelta dei brani?
«Un viaggio nel mio percorso, alla ricerca dell’equilibrio tra vuoti e pieni, tra il rassicurare e il sorprendere».
È docente all’Officina delle arti, alla Farnesina
«Un’esperienza stimolante, mi nutro degli sguardi e delle domande dei ragazzi. È anche un modo per rimanere attaccati alla realtà».
La scena romana oggi, pensando ai tempi de Il Locale?
«Purtroppo la sopravvivenza dei club si scontra sempre con una programmazione di qualità, Roma però resta una città molto propositiva, viva».
Commedia d d L’album è nato in campagna, che forza le ha dato la natura?
«Conforto, la solitudine bucolica ha saputo restituire il giusto peso a gioie e dolori. Ti fa andare ad un altro ritmo, a tempo».
Le piccole cose che fanno grande il suo quotidiano?
«Ce ne sono tante, quello che conta è saperle riconoscere, dargli importanza».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2016, 09:43
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