RICCIONE - Mattatore assoluto di Cinè, le giornate professionali di cinema di Riccione in corso fino all’8, Paolo Ruffini si fa in tre: scrive, dirige e produce un film sul lockdown, “Ragazzaccio”, in uscita per Rai Cinema ad ottobre. «Racconto il bullo di un disabile – racconta l’artista toscano – a cui succedono tre cose: il padre infermiere (Massimo Ghini, ndr) si ammala di Coronavirus, conosce un prof d’italiano in stile Will Hunting (Beppe Fiorello, ndr) e s’innamora. L’ho girato in una settimana a Roma, nelle cinque stanze di una casa, in stile Dad».
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Ma non ama che lo si associ ai contenuti social: «Durante l’ultima tragedia globale, la Seconda Guerra Mondiale, sono nati artisti come Chaplin e Rossellini. In questi due anni di pandemia invece a livello culturale non si è prodotto nulla, restano solo i video di TikTok. D’altronde oggi non si può parlare di nulla o fare satira: cosa dire lo decidono 1000 teste di c... su Twitter. E se non ti allinei subisci enormi polemiche».
Per Ruffini il politicamente corretto è come «il fascismo democratico».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Luglio 2022, 12:10
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