Oyelowo è Martin Luther King in 'Selma':
"I neri sono discriminati anche oggi"

Oyelowo è Martin Luther King in 'Selma': ​"I neri sono discriminati anche oggi"

di Michela Greco
LONDRA - Partito da Ofxord, dove è nato 38 anni fa da genitori nigeriani, è arrivato a guidare la grande marcia attraverso l'Alabama nei panni dell'icona dei diritti civili insignita del Nobel per la Pace nel 1964.





David Oyelowo è Martin Luther King Jr. (in Selma, il primo lungometraggio - nelle sale italiane dal 12 febbraio con Notorious Pictures e candidato all'Oscar come Miglior Film - che porta sullo schermo le gesta dell'uomo che ottenne il diritto di voto per i neri dopo un'intensa battaglia non-violenta. Un potente affresco storico e umano che ha sfidato le numerose restrizioni relative ai diritti di immagine del leader, e che tenta di mostrarne anche i lati più intimi.

Deve aver vissuto questo ruolo come una grande responsabilità.

«È sempre una grande responsabilità, ma in questo caso lo è stata doppiamente. Mi sono concentrato su chi fosse MLK come uomo e su come potevo raccontare la verità su di lui e su alcuni suoi aspetti che non avevamo mai visto».



Lei ha ricevuto la benedizione della figlia Bernice.

«Sì, tanto che mi ha invitato a tenere un discorso alla Chiesa di Atlanta, considerata la casa dei diritti civili, giusto una settimana fa, nel giorno delle commemorazioni di MLK».



Pochi mesi fa due ragazzi neri sono stati uccisi dalla polizia in America. “Selma” è ancora più importante in questo momento?

«Certo. Anche in Selma si vede un ragazzo, Jimmie Lee Jackson, ucciso per mano della polizia: succede da decenni, da secoli. Da una parte ci sono uomini uccisi in quel modo, dall'altra i responsabili non vengono nemmeno processati: questo suggerisce che la vita dei neri valga meno. Noi tutti sappiamo che non è vero e che l'ingiustizia mostrata in Selma ancora esiste. Per fortuna c'è l'esempio del dottor King, che ci dice che si possono cambiare le cose».



So che era molto felice che “Selma” fosse diretto da una regista afroamericana donna...

«È vero, simbolicamente è molto significativo, anche perché persino nel movimento per i diritti civili esisteva il sessismo e alle donne non era permesso avere ruoli di leadership. Ava e il suo film realizzano uno dei sogni del dottor King».



Sta per girare un nuovo film con lei, sull'uragano Katrina. Come sarà?

«Faremo quello che facciamo sempre, trovare l'umanità tra le persone coinvolte in una vicenda drammatica, mostrare un disastro che esplode intorno a una relazione intima».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Febbraio 2015, 10:45
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