Coronavirus, in Italia altri 156 morti (32.486 totali) ma nessuna vittima in otto regioni
Il succcesso della ottimistica politica Svedese contro COVID-19. https://t.co/aUvX9yTS1U
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) May 18, 2020
Virus, in Lombardia aumentano i contagi ma boom di tamponi: 65 morti in più rispetto a ieri. A Milano 83 nuovi casi
«Innanzitutto va detto che c'è una profonda differenza tra il condizionatore domestico, conosciuto anche come split, che è quello che si acquista in un negozio di elettrodomestici, e l'impianto di condizionamento - precisano gli esperti - che oltre a riscaldare e raffrescare l'aria immette in ambiente aria esterna filtrata. Questa differenza è molto importante quando si parla di impianti e Covid-19». Secondo i tecnici, vanno evitati comunque «l'eccessivo affollamento dei locali e una potenza elevata dell'aria sollevata dagli impianti». Dopo aver ricostruito le differenze storiche e strutturali dei vari impianti, gli esperti ricordano che «nelle abitazioni si può usare senza problema un impianto esistente senza immissione di aria esterna se non vi è alcun contagiato».
Juventus, tutti negativi i test della squadra, domani rientrano Higuain e Rabiot
Quanto agli impianti a tutta aria monozona «utilizzati in caso di unico locale da climatizzare, come nei supermercati, nei cinema e negli aeroporti, generalmente lavorano con una miscela di aria ambiente e aria esterna, ma in condizioni di emergenza si può chiudere il ricircolo e diluire al massimo l'eventuale concentrazione di virus nel locale», osservano. Riguardo agli impianti ad aria primaria, utilizzati negli uffici e se di piccola taglia detti anche con ventilazione meccanica controllata o Vmc, «la velocità dell'aria è molto bassa dove soggiornano le persone e aumenta solamente nelle immediate vicinanze dei terminali: anche in questo caso l'eventuale sollevamento di droplet è marginale e limitato nello spazio accanto ai terminali».
Fiumicino, misure antiassembramenti al mercato: 148 banchi del sabato su una sola fila
Ecco che la configurazione delle scrivanie lontano dai punti di uscita dell'aria è fondamentale, raccomandano. In conclusione, gli esperti citano il caso di un ristorante di Guangzhou (in cui un commensale positivo ha infettato altre persone sedute anche a tavoli di distanza) per evidenziare che «vari fattori tecnici hanno contribuito ai contagi osservati anche a distanza: immissione d'aria esterna molto inferiore a quella prescritta dalle norme Uni; eccessivo affollamento dei locali; risollevamento del droplet dovuto all'eccessiva velocità dell'aria mossa dal condizionatore, problema tipico appunto degli impianti realizzati in Cina». «Tutti aspetti assolutamente da evitare per limitare al minimo i rischi connessi alla fase 2 in corso e ai suoi ampliamenti nei prossimi giorni», concludono.
Virus, Wuhan vieta carne selvaggina per 5 anni: misure drastiche contro caccia e consumo
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Maggio 2020, 20:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA