Mattarella alla cerimonia del ventaglio: «Nella lotta al cambiamento climatico siamo in ritardo»

Il presidente della Repubblica ha parlato durante la tradizionale cerimonia al Palazzo del Quirinale

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di Redazione web

Si è svolta questa mattina, al Palazzo del Quirinale, la tradizionale cerimonia di consegna del 'Ventaglio' al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da parte del Presidente dell'Associazione Stampa Parlamentare, Adalberto Signore, alla presenza dei componenti del Consiglio direttivo, aderenti all'Associazione, giornalisti accreditati al Quirinale, direttori di testate televisive, radiofoniche, di quotidiani, di agenzie di stampa e i responsabili della Federazione Nazionale della Stampa e dell'Ordine dei Giornalisti. 

«Il tema dell'informazione è legato alla libertà, la democrazia si nutre della libertà di parola e di espressione», ha esordito Mattarella. «All'informazione libera e indipendente che ogni giorno in ogni luogo illumina le zone d'ombra, le istituzioni devono riconoscimento e tutela massima, perché l'informazione libera e indipendente è l'antidoto alla disinformazione», ha poi proseguito il presidente.

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Sul clima

«Occorre assumere la consapevolezza» che nella lotta al cambiamento climatico «siamo in ritardo». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo discorso in occasione della Cerimonia di consegna del «Ventaglio» da parte dell'Associazione stampa parlamentare. «Occorre agire da una parte cercando di incrementare l'impegno per la salvaguardia dell'ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall'altro lato - ha proseguito il Capo dello Stato - è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori».

Sul Pnrr

Sul Pnrr «invito tutti a mettersi alla stanga, per usare un'altra volta espressione degasperiana».

Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia del 'Ventagliò al Quirinale. «Dobbiamo avvertirne tutti il carattere decisivo per l'Italia e non esserne estranei, per arrecare apporti costruttivi», ha aggiunto.

Gli attentati di Roma e Milano

Trent'anni dagli attentati mafiosi di Roma e Milano. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda gli attacchi della mafia in via Palestro a Milano e davanti alle Basiliche romane di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro, avvenuti tra il 27 e il 28 luglio del 1993. 

«A Milano fu una strage. Persero la vita i Vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'Agente di Polizia municipale Alessandro Ferrari, il cittadino del Marocco Moussafir Driss», ricorda il capo dello Stato.

«Tanti i feriti sia nel capoluogo lombardo sia a Roma. Alle vittime innocenti dello stragismo mafioso va il deferente pensiero della Repubblica, mentre rivolgo ai loro familiari sentimenti di intensa solidarietà e vicinanza», prosegue Mattarella.

«Quelle bombe erano parte di una strategia terroristica che ha avuto il culmine negli agguati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che è proseguita fino a colpire siti artistici prestigiosi, simboli della bellezza e della storia del Paese, luoghi di significativa identità religiosa. Si è trattato - sottolinea - di una sfida alla nostra convivenza civile, di un tentativo di minacciare e piegare lo Stato democratico, costringerlo ad allentare l'azione di contrasto al crimine e il rigore delle sanzioni penali».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Luglio 2023, 15:57
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