Giammaria (Confesercenti): «Negozi chiusi per costi troppo alti e vendite online sleali. Leggi serie o sarà il deserto»

Il leader del Terziario nella Capitale: "Qui si soffre di più. E le strade si svuotano dove ci sono troppe saracinesche abbassate"

Giammaria (Confesercenti): «Negozi chiusi per costi troppo alti e vendite online sleali. Leggi serie o sarà il deserto»

di Lorena Loiacono
Valter Giammaria (nella foto), presidente Confesercenti Roma: il Lazio e soprattutto la Capitale soffrono più di tutta Italia? 
«La situazione è molto critica. La pandemia ha messo in ginocchio il settore ma poi alla ripresa della vita sociale non è corrisposta la ripresa della vita commerciale. E subito dopo sono arrivati gli aumenti dell’energia e del gas: tutto questo ha imposto un freno terribile». 
Perché proprio Roma è la provincia peggiore?
«Roma risente di più di questa crisi, mentre abbiamo fatto sempre da traino. Nella Capitale ci sono ancora 100 alberghi chiusi, oltre a centinaia di bar e ristoranti che non hanno più riaperto. Non era mai accaduto prima e adesso creare ricchezza e posti lavoro sarà molto molto difficile». 
I negozi? 
«Solo a Roma ci sono 7mila esercizi chiusi: sono tantissimi, immaginiamo 7mila serrande abbassate. Ci sono strade importanti strade, come via Nazionale, che non riescono a riprendersi e molti negozi restano ancora chiusi. Ma accade ovunque, la crisi riguarda anche i negozi sotto casa: quelli nelle vie che percorriamo tutti i giorni». 
Che cosa serve? 
«Una regolamentazione seria dell’e-commerce, perché subiamo la concorrenza sleale delle vendite online, e poi servono interventi veloci e decisivi per le imprese e l’occupazione: un importante abbattimento della pressione fiscale». 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Marzo 2023, 07:00
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