Negozi chiusi, Roma maglia nera: abiti e riparazioni auto i settori più colpiti. Nel Lazio muoiono 27 imprese al giorno

E' il dato peggiore d'Italia. Attività ferme sia nella vendita al dettaglio che all'ingrosso

Negozi chiusi, Roma maglia nera: abiti e riparazioni auto i settori più colpiti. Nel Lazio muoiono 27 imprese al giorno

di Lorena Loiacono

Un crollo senza fine, che non si è fermato purtroppo all’immediato dopo Covid. 
Nel Lazio infatti ogni giorno spariscono 27 tra negozi e aziende che operano nel commercio e nel settore terziario. 
Numeri che fanno riflettere, perché rilevati nonostante la ripresa economica. Ed è il dato peggiore d’Italia. Non solo. In tutta la regione, la maglia nera spetta proprio alla provincia di Roma. Questa allarmante fotografia arriva dall’Osservatorio e dalla Ricerca di Ebit Lazio-LabChain-Università Roma Tre e i dati purtroppo definiscono una situazione che sta precipitando da mesi considerando anche che il settore del commercio e della produttività, cosiddetto “terziario”, con le 261mila aziende rappresenta più della metà delle imprese laziali. 
IL CROLLO. Nel secondo semestre del 2022 nel Lazio il numero di imprese attive nel terziario è sceso da 271.844 a 261.704 rispetto allo stesso periodo del 2021, con un calo di 10.140 unità, vale a dire una perdita del 5,1%. In media sono scomparse 27 aziende al giorno. 
COMMERCIO KO. Tra i settori più colpiti ci sono i negozi con il commercio al dettaglio, che hanno perso 4.087 aziende, pari ad un calo del 3%, e le imprese che vendono all’ingrosso che registrano una perdita di 3.126 attività, pari al 7,8%.

In crisi anche le aziende impegnate nel settore automobilistico: sono sparite 650 attività legate al commercio e alla riparazione di auto, pari al 3,8% del totale. 


FANALINO DI CODA. Nella regione la maglia nera va alla provincia di Roma, che perde il 7,4% delle imprese, rispetto alla media regionale del 5,1%, seguono Rieti con la scomparsa del 3,9% e Viterbo con l’1,8%. Restano invece stabili le province di Latina e Frosinone che hanno perso solo lo 0,2%. 
CONTRATTI AL RIBASSO. Un lavoratore arriva a perdere anche fino a 500 euro al mese a causa del dumping contrattuale, vale a dire all’utilizzo di contratti diversi da quelli sottoscritti da Confcommercio, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. Un magazziniere con un contratto diverso può arrivare a perdere oltre 500 euro al mese, 1.110 euro contro 1.618, oppure un commesso quasi 400 euro al mese.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 16:08
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