Milano, i lavoratori del Piccolo occupato: «Vogliamo contagiare anche gli altri teatri»

Milano, i lavoratori del Piccolo occupato: «Vogliamo contagiare anche gli altri teatri»

di Giovanni Migone

«Ci mancate voi, ci mancano le vostre emozioni che diventano le nostre». Sono tanti i semplici cittadini che hanno partecipato all’assemblea pubblica fuori dal Piccolo Teatro di via Rovello. È sabato pomeriggio, ma fin dalla mattina intorno al più famoso teatro di prosa italiano c’è un gran via vai. Il Coordinamento spettacolo Lombardia ha infatti occupato il chiostro, non solo in segno di protesta, ma soprattutto in cerca di proposte. Un’occupazione pacifica, che è trasformata in un presidio fisso, dando vita al “Parlamento Culturale Permanente”. Ogni giorno riunioni e assemblee. Una occupazione che non ha coinvolto i lavoratori del Piccolo, ma che il direttore del teatro Claudio Longhi non si è sentito di disconoscere: bene il presidio, ma nel rispetto di orari del teatro e del coprifuoco. E ieri attori, registi, tecnici, macchinisti, studenti, sarte, scenografi e drammaturghi nella riunione giornaliera hanno proposto di allargare l’iniziativa anche ad altre realtà. Con risposta generalmente positiva. «Siamo d’accordo che occupiate il teatro Menotti» ha detto il direttore artistico Emilio Russo.

Ancora oltre Andrée Ruth Shammah, anima del teatro Parenti. «Questo spazio non doveva essere vuoto - ha spiegato - avremmo dovuto rioccuparlo noi» per una «riflessione sulla riapertura». Ed ora anche noi «al Parenti dovremo dare spazio» a iniziative come queste «con i nostri contenuti». E l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno in un post su Fb ha detto che bisogna ascoltare «le donne e gli uomini che lavorano per teatri e cinema, per biblioteche e librerie, per musei e gallerie, per club e associazioni. Ascoltiamo queste voci, in tutto il mondo: gridano una proposta, non una protesta». E oggi ci sarà a Roma un confronto fra il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e gli assessori comunali proprio per definire la riapertura della cultura. Perché non sia più lo stop and go degli ultimi mesi, ma con ingressi contingentati, prenotati, obbligo di mascherina, tutta la settimana. Anche in zona arancione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Marzo 2021, 09:33
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