Milano, miraggio nidi privati: mancano 250 educatrici

Assonidi: "Il problema è l'obbligo di laurea per i docenti"

Milano, miraggio nidi privati: mancano 250 educatrici

di Simona Romanò

Milano rischia di rimanere a “secco” di asili nido privati, spesso unica alternativa (per scelta o forza maggiore) a quelli pubblici. Mancano le maestre, «forse anche 250 con l’inizio del nuovo anno scolastico». Molte classi possono chiudere a settembre nei nidi presenti in città e «potrebbero quindi diminuire drasticamente i posti liberi per accogliere i bimbi». Il motivo? Uno solo: l’obbligo della laurea per i docenti. È l’allarme lanciato dall’Associazione dei gestori privati dei servizi educativi (Assonidi) da 0 a 3 anni, aderente a Confcommercio.

CERCANSI EDUCATORI

Secondo la stima di Assonidi, «nel prossimo anno scolastico possono mancare all’appello dalle 100 alle 250 educatrici» che non riescono ad essere sostituite. L’emergenza si farà sentire soprattutto a Milano e nell’area metropolitana, con ripercussioni anche a Lodi, Monza e Brianza, dove si concentrano più di mille strutture educative  private, ovvero circa il 50% di quelle autorizzate nell’intera Lombardia. Si tratta di asili e scuole d’infanzia che mettono a disposizione circa 32mila posti per bambini e bambine dai 3 ai 36 mesi. Posti che rischiano di essere ridimensionati.

FAMIGLIE IN CRISI

Per le famiglie si palesa un problema «non da poco», dicono da Assonidi, visto che è sempre più frequente tra i genitori la richiesta di una scuola che accudisca i figli anche molto piccoli.

Perché se la mamma e il papà devono andare a lavorare e se i nonni e le babysitter non sono disponibili un nido è una necessità. E accanto a quelli comunali ci sono i privati, che già ora sono strapieni, tanto «che c’è la lista di attesa come nei pubblici», che sono tradizionalmente più ambiti principalmente per una questione di costi.

SOS DECRETO

«Lanciamo quest’allarme con cognizione di causa», ha spiegato il direttore di Assonidi Paolo Uniti. Infatti, «da settembre 2019, entrata in vigore del decreto che ha introdotto l’obbligo della laurea triennale ad indirizzo specifico per esercitare la professione di educatrice d’infanzia, non abbiamo più ricevuto offerte di lavoro né curricula». Regione Lombardia, lo scorso anno, ha parzialmente ovviato al problema con un’apposita delibera, «ma purtroppo non basta», ha aggiunto Uniti. Perché «occorre una deroga a livello nazionale e la reintroduzione di percorsi formativi abilitanti di durata inferiore, come ad esempio il corso per puericultrici, realizzato  fino al 2000 dall’allora Provincia». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 08:21
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