Una donna su 5 fuori dal lavoro dopo un figlio: costrette a lasciare da un welfare carente

Una donna su 5 fuori dal lavoro dopo un figlio: costrette a lasciare da un welfare carente

di Greta Posca
Dopo la nascita di un figlio quasi una donna su cinque (18%) tra i 18 e i 49 anni non lavora più. Ed è una scelta personale solo nel 19% dei casi, fatta per valutazioni di opportunità e convenienza economica. Nel 52% dei casi è invece una scelta imposta da un sistema di welfare carente: l'impossibilità di conciliare il lavoro con la cura del figlio. Nel 29% dei casi, poi, la donna diventata madre viene licenziata o non si vede rinnovato il contratto di lavoro. Molto alta anche la quota di quante non lavoravano né prima né dopo la maternità: 31,8%. E per loro dopo la nascita del figlio trovare lavoro diventa un'impresa titanica: ce la fa solo il 6,6%.
È quanto emerge dal rapporto "plus 2022", che raccoglie i risultati dell'indagine Inapp condotta su un campione di 45mila donne dai 18 ai 74 anni.
Sul calo della partecipazione femminile al mondo del lavoro dopo la maternità pesano condizione familiare, servizi di welfare e istruzione. Nei nuclei composti da un solo genitore, sottolinea il rapporto, sono più elevate le quote di uscita dall'occupazione dopo la maternità: 23% contro 18% tra le coppie. Nelle coppie invece è maggiore la permanenza nella non occupazione: 32% contro il 20% tra i monogenitori.
Resta il nodo della poca disponibilità e accessibilità, anche economica, degli asili nido. La scarsità di servizi per la prima infanzia - si legge nel rapporto - è confermata dalla percentuale di genitori occupati che dichiara di non aver mandato i propri figli all'asilo nido (56%). Per le famiglie che non possono farsi carico di tutti gli impegni di cura dei figli, i nonni sembrano essere l'alternativa più utilizzata (58%). Il "welfare-fai-da-te" è soprattutto utilizzata nel Mezzogiorno (63%).
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Marzo 2023, 07:45
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