Striscia e il bar che non fa scontrini, Caterina Collovati: «In questo Paese tutto funziona al contrario»

La giornalista, su Facebook, si scaglia contro il sistema italiano

Striscia e il bar che non fa scontrini, Caterina Collovati: «In questo Paese tutto funziona al contrario»

di Niccolò Dainelli

Il caso rivelato da Striscia la Notizia fa discutere. Il bar all'interno della sede delle Agenzia delle Entrate a Roma non emette scontrini dal 2018 e l'inviato Jimmy Ghione è tornato a occuparsi del caso e ad avere la peggio è stato proprio lui: scontrini zero, o quasi, e in compenso botte, spintoni e minacce.

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Il paradosso

Striscia la Notizia torna a occuparsi del bar che si trova a e Eur 6 Torrino, a Roma. L'attività di ristoro che pur trovandosi all'interno dell'ente che si occupa di tasse, «non fa scontrini ai clienti dal 2018». Un paradosso che scatena l'ira degli italiani, anche per la reazione avuta dal titolare. «Prendo il coltello e vi ammazzo», ha urlato il barista contro l'inviato e la troupe di Striscia, dopo averli scaraventati a terra e presi a botte. Tensione e accuse. La scena, ripresa con il cellulare anche da una persona, ha visto poi l'intervento di due agenti di polizia in borghese presenti nelle vicinanze e avvicinati dallo stesso Jimmy Ghione. Una scena che anche Caterina Collovati ha voluto commentare sui proprio social network.

«Funziona tutto al contrario»

Caterina Collovati, giornalista e volto televisivo nonché moglie dell'ex calciatore Fulvio Collovati, campione del mondo nel 1982, su Facebook, in un gesto di solidarietà a Jimmy Ghione ha voluto dire la sua su quanto accaduto. «Nel Paese dove tutto è consentito, accade che Jimmy Ghione dal 2018 segnala che esiste un bar, all'interno dell'Agenzia delle Entrate dell'Eur a Roma, che non rilascia scontrini, senza alcun timore né rispetto del luogo in cui è ubicato», scrive nella sua denuncia social. «A distanza di 5 anni Ghione e la troupe di Striscia ritornano lì cercano di fare il loro mestiere, cronaca... Pongono domande e vengono colpiti in malo modo dai gestori.
La frase agghiacciante: "prendo un coltello e lo ammazzo". A furia di difendere i malfattori, di preoccuparci se è gogna o no pubblicare i volti, finisce che i volti di chi testimonia il reato vengono tumefatti.

Nel Paese dove tutto funziona al contrario appunto».

La denuncia

Oltre a denunciare l'accaduto, la giornalista si scaglia contro quel politically correct imperante che sempre più spesso tende a difendere i «malfattori». La preoccupazione, secondo Caterina Collovati, si è spostata in favore dei trasgressori e sempre meno su cosa rischia chi cerca di fare il proprio lavoro, denunciando i reati. Parole che alimentano una polemica già molto accesa.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Marzo 2023, 21:16
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