Bocciata la richiesta di revisione della condanna di Olindo e Rosa, giudicati colpevoli, di quella che venne definita la strage di Erba. Il procuratore di Como, Massimo Astori, è convinto che le prove raccolte nei confronti dei due condannati all'ergastolo, Olindo Romano e Rosa Bazzi, siano incontestabili e senza alcuno spazio a perplessità.
Revisione respinta
La procura di Como, dunque, esprime il suo parere contrario in un documento ufficiale, alla richiesta di revisione del processo, avanzata dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser. «Corpose e approfondite sentenze che non lasciano spazio a perplessità...correttezza dell’operato del pubblico ministero e dell’Arma dei carabinieri», i termini usati da Astori in merito alla richiesta a 16 anni dai delitti e ancora: «confessioni dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare».
Scontro tra magistrati
Secondo Astori, che nel 2006 era già un magistrato della procura di Como, «i giudici in tre gradi di giudizio hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte.
La strage del 2006
L'11 dicembre del 2006 divampò un incendio in una palazzina a Erba, dove i soccorritori trovarono quattro cadaveri: Raffaella Castagna suo figlio Youseff di due anni e tre mesi, la nonna Paola Galli e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Sopravvisse, invece, Mario Frigerio, marito di Cherubini.
Gli inquirenti, però, capirono subito che non furono le fiamme ad ucciderli ma colpi di spranghe e armi da taglio usati da Olindo Romano e Rosa Bazzi per il massacro. Cinque anni dopo, i due coniugi, Olindo e Rosa furono condannati all'ergastolo. Il procuratore Tarfusser dopo molti anni dalla strage di Erba, ha chiesto di riaprire il caso, convinto di un possibile errore giudiziario che avrebbe portato ad una condanna iniqua.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Aprile 2023, 15:49
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