Frecciarossa deragliato a Lodi: due morti. Il procuratore: «Ipotesi errore umano»

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«Stiamo verificando l'ipotesi dell'errore umano ma non siamo in condizioni di propendere per una ipotesi. L'errore umano è una delle ipotesi che potrebbe essere legato ai lavori di manutenzione». Così il il Procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro in merito all'incidente del treno Frecciarossa deragliato sulla linea Alta Velocità alle 5.35 all'altezza di Ospedaletto Lodigiano, in località Cascina Griona. A bordo 28 passeggeri oltre al personale viaggiante di Trenitalia. Nell'incidente sono morti i due macchinisti, Giuseppe Cicciù di 51 anni e Mario Di Cuonzo di 59, 31 invece i feriti. Il più grave, a quanto hanno spiegato le forze dell'ordine, ha una gamba fratturata.

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A poco più di due anni di distanza dall'incidente ferroviario avvenuto il 25 gennaio 2018 al treno regionale di Trenord a Pioltello (Milano), un deragliamento in Lombardia, questa volta in provincia di Lodi, coinvolge un Frecciarossa sull'alta velocità e provoca due morti e 31 feriti. E ancora una volta rilancia 'l'allarme manutenzione' delle linee ferroviarie e del 'materiale rotabile'. Le prime risultanze delle indagini di polizia giudiziaria svolte sul sito del deragliamento avvenuto stamani alle 5.34 nel territorio di Ospitaletto Lodigiano (Lodi) che ha coinvolto il Treno Av 9595 Milano Centrale-Salerno, dicono che al centro delle cause potrebbe trovarsi uno scambio montato male o difettoso oppure ancora riparato male.
 
 

Il 'punto zerO', infatti, quello in cui si è verificato il problema di scorrimento, e che è stato trovato a 5-600 metri dal luogo in cui si è fermato il convoglio 'sviatò, si trova in corrispondenza di uno scambio. Tratto che per giunta, la scorsa notte, sarebbe stato oggetto di una manutenzione, come riferito dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, da personale delle Ferrovie.

IL PROCURATORE: «IPOTESI ERRORE UMANO»

«I lavori di manutenzione - ha detto il procuratore in conferenza stampa - vengono fatti perché qualcosa si è rotto, se no non c'è motivo per essere lì alle 4 e mezza del mattino». «Se lo scambio fosse stato dritto per dritto - ha aggiunto - il treno non sarebbe deragliato, non è difficile da capire. Non era nella posizione che doveva garantire la libera percorrenza del treno». Troppe, parrebbero, le coincidenze, per non sospettare una causa diretta anche se, fino alla fine delle indagini e delle perizie che verranno ordinate dall'autorità giudiziaria, non si potrà dare per certa alcuna dinamica. Di certo, ha sottolineato Chiaro, «non è stato un atto volontario, l'ipotesi attentato è destituita di ogni fondamento».

C'è poi un'altra possibilità e a spiegarla è sempre il procuratore di Lodi: «Stiamo verificando - ha detto - l'ipotesi dell'errore umano». Secondo le forze dell'ordine, la motrice del convoglio, sviata dai binari a 290 km/h, per cause ancora da chiarire, se legate ad un malfunzionamento nello scambio o ad un errato segnalamento, è letteralmente 'decollata', staccandosi dal resto del treno e uscendo completamente dalla sede per poi finire rovinosamente prima contro un carrello o qualche mezzo analogo che si trovava su un binario parallelo, e poi contro una palazzina delle ferrovie. Il resto del convoglio avrebbe anch'esso proseguito la corsa parallelamente ai binari, ma fuori dalla sede naturale, con la seconda carrozza che a un certo punto si sarebbe inclinata su un fianco. Lo 'sviamento' del treno sarebbe avvenuto in corrispondenza di uno scambio dove proprio la scorsa notte, o nella tarda serata di ieri, sarebbe stato sostituito o riparato un 'deviatoio', ovvero un pezzo dello scambio stesso. La presenza di un meccanismo del genere in un tratto rettilineo sarebbe dovuta allo scorrimento parallelo, in quel tratto, di più binari dell'alta velocità.

Ora tutto il materiale e i luoghi coinvolti sono stati posti sotto sequestro. «L'interruzione per l'intervento di manutenzione era finita prima dell'alba, e poco prima del passaggio del primo treno della mattina, appunto, l'Av 9595 - spiega Adriano Coscia, Segretario generale Orsa Ferrovie - e al di là di cosa sia andato storto e di chi sia poi intervenuto fisicamente, emerge ancora una volta chiaramente che a fronte di dotazioni all'avanguardia, il problema del trasporto ferroviario è nella manutenzione. In quel tratto era attivo il sistema Ertms (European Rail Traffic Management System), uno dei più avanzati in Europa, che avrebbe corretto un eventuale errore umano».

L'ESPERTO: «MASSICCIATA HA FRENATO CORSA»

A ridurre e frenare la corsa del treno Frecciarossa, deragliato questa mattina in provincia di Lodi, è stata la massicciata sulla quale il treno è saltato dopo la rottura del gancio che lo teneva legato alla motrice. Lo sostiene un esperto del settore. «Il resto del treno, dopo che la motrice è deragliata, è andato ad incastrarsi sull'avvallamento tra il binario dell'alta velocità e il binario di servizio - spiega - e la massicciata, insieme al fatto che la prima carrozza si è piegata di lato, hanno permesso al resto del treno di restare in piedi e rallentare la corsa».

«Nel punto in cui è accaduto l'incidente, ci sono i due binari dell'alta velocità al centro e ai lati dei binari di servizio sui quali si esce per andare a parcheggiare. Lo scambio era probabilmente aperto, anche se il segnale indicava al macchinista il 'via libera' a procedere», ricostruisce l'esperto anche sulla base delle fotografie scattate dopo l'incidente. «Il treno andava a quasi a 300 chilometri orari su un tratto rettilineo e lo scambio aperto ha agito come una barra d'acciaio ed è stato come un trampolino di lancio per la motrice, che a quella velocità è deragliata saltando fuori dai binari a sinistra. Il gancio tra la motrice e il resto del treno si è così spezzato e il convoglio è andato ad incastrarsi nell'avvallamento tra il binario dell'alta velocità e quello di servizio. La corsa del treno è stata frenata grazie allo sfregamento lungo la massicciata e anche al fatto che il primo vagone si è piegato di lato, permettendo al resto del treno di restare in piedi».

In questa situazione, secondo l'esperto, il macchinista non avrebbe potuto «evitare quanto accaduto: non poteva fare niente, il sistema di sicurezza non si basa sulla visibilità del macchinista, ma sul sistema generale della rete. Il segnale arrivato al macchinista relativamente allo scambio era corretto, era un 'via libera', ma probabilmente in realtà lo scambio era rimasto aperto».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Febbraio 2020, 11:44
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