La criminologa Bolzan: «Bene le norme, ma educare è più importante»

La criminologa Bolzan: «Bene le norme, ma educare è più importante»

di Alessandra Severini

Flaminia Bolzan, criminologa, serviva questa stretta voluta dal governo?

«Ho sempre pensato che la norma di per sé non serve ad arginare il fenomeno. Credo che in questo provvedimento siano importanti non tanto le misure dirette alla repressione o all’aggravamento delle misure esistenti, ma soprattutto quelle dirette a snellire le procedure e quindi i tempi di intervento, quelle che prevedono una formazione per magistrati e polizia giudiziaria con un pool specializzato, quelle che agevolano un lavoro sinergico di prevenzione».

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Lei ha sempre detto che la violenza si combatte educando.

«Sì, bisogna scardinare determinati stereotipi, sovvertire logiche culturali perché i ragazzini imparino il concetto di rispetto e ad accettare la frustrazione.

Gli uomini violenti hanno spesso personalità che non sanno gestire le emozioni, sono poco inclini a tollerare la frustrazione che invece è un’esperienza di vita che facciamo tutti. E le ragazzine vanno educate a pensarsi autonome e indipendenti».

Cosa pensa delle motivazioni fornite dall’assassino di Giulia?

«Non mi hanno sorpresa. Mi sembra una persona che davanti a una realtà che lo obbliga ad assumersi le sue responsabilità pensa ad eliminare uno dei termini del conflitto. Quel bambino avrebbe fatto crollare il castello di bugie e menzogne che aveva costruito. È un atteggiamento molto più comune di quanto si possa pensare. L'elemento che segna il passaggio da bambino ad adulto é la capacità di assumersi la responsabilità. Una persona così non può fare quel passaggio».

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Giugno 2023, 07:17
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