«Ciao, cerco cucciole», la polizia infiltrata nelle chat dei pedofili: violenze sessuali su minori, sequestrati telefoni e profili social

Lo scambio di materiale pedopornografico agevolato da un linguaggio in codice

«Ciao, cerco cucciole», la polizia infiltrata nelle chat dei pedofili: violenze sessuali su minori, sequestrati telefoni e profili social

di Redazione web

Agenti infiltrati nelle chat dell'orrore: così la polizia è riuscita, con l'operazione "Lucignolo", a coordinare 30 perquisizioni su tutto il territorio nazionale che hanno portato a 24 indagati e 3 arrestati. Nelle chat, oltre 100 investigatori della Polizia di Stato hanno trovato scambio di materiale pedopornografico agevolato da un linguaggio in codice: «Ciao, cerco cucciole», le parole chiave per trovare foto e video di minori.

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L'operazione Lucignolo

L'attività, condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosc) del Piemonte e Valle D'Aosta, con il coordinamento del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio Polizia Postale, ha visto gli operatori impegnati per diversi mesi in attività sotto copertura per individuare soggetti dediti alla pubblicazione e divulgazione di materiale realizzato attraverso lo sfruttamento di minori di 18 anni. Con l'utilizzo di accorgimenti tecnici volti al mantenimento dell'anonimato, i criminali scambiavano in rete materiale illecito di diversa natura, che riproduceva anche vere e proprie violenze sessuali, utilizzando un linguaggio «in codice» per non attirare troppo l'attenzione, come ad esempio «Ciao, cerco cucciole» oppure «Hai min?» riferendosi a minori.

La complessa e delicata attività di indagine della Polizia Postale è durata diversi mesi proprio per consentire agli agenti undercover di accreditarsi presso le comunità pedofile prima del contatto diretto a dare una identità reale alla serie di pseudonimi utilizzati dai soggetti in rete.

I sequestri

Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, disposte dalla procura distrettuale di Torino hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer, account email e profili social. Trovati anche gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e, custodito sui supporti informatici, un ingente quantitativo di materiale illecito. Le operazioni hanno coinvolto 24 diversi uffici della polizia postale in tutta Italia: Piemonte, Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Veneto, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria. Come ricorda la polizia, «la prevenzione e il contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori online vedono impegnata in prima linea la Polizia Postale, con attività di monitoraggio sia in ottica preventiva che repressiva. È fondamentale anche segnalare la presenza di contenuti illeciti rinvenuti sul web, al portale della Polizia Postale https://www.commissariatodips.it e presso gli uffici della polizia postale presenti capillarmente in tutta Italia».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Ottobre 2023, 07:59
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