Harry porta a processo il Daily Mirror: respinta la richiesta dell'editore di non procedere

Il principe era intervenuto personalmente durante il processo a inizio estate, per testimoniare

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di Redazione Web

Harry, impegnato da tempo in una crociata contro i tabloid britannici per le ripetute intrusioni nella sua privacy e in quella della famigli reale, aveva particolarmente preso a cuore questa azione legale partecipando di persona alle udienze preliminari che si erano svolte lo scorso marzo all'Alta Corte di Londra.

Il principe ribelle, emigrato negli Usa con la consorte Meghan Markle dopo lo strappo del 2020 dalla Royal Family, si era detto «inorridito» per l'intrusione sistematica compiuta dagli investigatori assoldati dal gruppo editoriale in cerca di informazioni riservate da pubblicare sui giornali.

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Le accuse e le vittime del Daily Mirror 

Fra le vittime di intercettazioni e altri metodi del genere, secondo i legali di Harry, era finito anche suo fratello, il principe William, su cui aveva concentrato le attenzioni l'investigatore privato Glenn Mulcaire. Non solo, nei documenti presentati alla corte il secondogenito di re Carlo III aveva affermato che le presunte attività del Mail costituivano un «grande tradimento alle promesse fatte dai media per migliorare la loro condotta dopo la tragica e prematura morte di sua madre, la principessa Diana, nel 1997».

Lo studio legale Hamlins, che rappresenta i denuncianti, in sede di udienza preliminare aveva garantito di essere in possesso di «prove inconfutabili» di azioni «criminali» commesse dal Mail per anni con la complicità di giornalisti e dirigenti del gruppo, al fine di raccogliere in modo illegittimo informazioni private anche su altre celebrities e persone comuni ignare.

L'obiettivo sarebbe stato perseguito con l'arruolamento d'investigatori incaricati di mettere cimici in case e veicoli delle persone prese di mira, l'ascolto illecito di conversazioni telefoniche, il versamento di denaro a poliziotti corrotti per l'accesso a informazioni sensibili, l'hackeraggio di conti bancari e transazioni finanziarie e l'intercettazione di dati medici carpiti tramite l'uso di false identità.

Dal canto suo, il gruppo editoriale oltre a respingere le accuse aveva chiesto l'archiviazione del caso, sostenendo che l'azione legale era stata intentata fuori tempo massimo.


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Novembre 2023, 15:49
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