Un pedofilo 48enne, per poter molestare senza remore una 13enne, ha utilizzato la rete wi-fi del suo vicino. La polizia dopo aver tracciato la connessione, si è accanita sul dirimpettaio del molestatore. Fortunatamente, le forze dell'ordine si sono rese conto dell'errore e sono riuscite a scovare il vero artefice delle molestie. Come riporta il Daily Mail, il maniaco, di nome Richard Wynne, sconterà una pena di 3 anni e 10 mesi di carcere.
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L'uomo incastrato da agente sotto copertura
«Richard Wynne era sempre in cerca di ragazze minorenni da poter molestare», questa l'accusa rivolta all'uomo, incastato dalla sua utima "vittima", un agente sotto copertura. L'agente per stanare l'uomo ha finto di essere una 13enne di nome Leah.
La wi-fi del vicino
Wynne, inoltre, aveva un asso nella manica: stava utilizzando, infatti, il wi-fi del suo vicino di casa. Il 48enne aveva ottenuto la password del dirimpettaio con una scusa, fingendo di un guasto alla sua rete di casa. La polizia, quindi, dopo aver rintracciato il segnale della chat, ha fatto visita all'ignaro cittadino, che non aveva idea delle azioni riprorevoli di Wynne.
L'arresto
Gli agenti, scoperto lo stratagemma, si sono recati presso l'abitazione dell'uomo e lo hanno arrestato. La polizia, ispezionado l'abitazione di Richard Wynne, ha trovato uno smartphone contenente chat incriminanti. Il telefono conteneva gli account social che Wynne utilizzava per molestare le ragazzine, foto di materiali pedopornografici e altre prove che non hanno lasciato alcun dubbio.
La condanna
Ieri, infine, è arrivata la condanna: Richard Wynne trascorrerà 3 anni e mezzo in carcere. Queste le motivazioni della sentenza, enunciate dal giudice: «Wynne ha chiesto ripetutamente fotografie compromettenti a quella che riteneva essere una ragazzina. Ha fatto tutto ciò sfruttando la gentilezza di un vicino di casa, dopo averlo ingannato con un pretesto per utilizzare il suo wi-fi. Ci sono bambini veri molestati da persone come lui, che si lasciano andare a conversazioni depravate. Consiglio a Wynne di risolvere la sua ossessione, altrimenti la prossima volta la condanna sarà ancora più severa».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Ottobre 2023, 19:09
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