LA GIORNATA

Israele boccia risoluzione Onu su pause umanitarie. Haaretz: «I negoziati sugli ostaggi sono in stallo»

Gli aggiornamenti in tempo reale sul conflitto

Israele boccia risoluzione Onu su pause umanitarie

Israele ha respinto la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede «pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni». Lo riporta Haaretz. Il ministero degli Esteri dello Stato ebraico ha rilasciato una dichiarazione affermando che non c'è posto per tali misure finché gli ostaggi saranno tenuti nelle mani di Hamas. Secondo l'ambasciatore di Israele presso l'Onu, Gilad Erdan, la risoluzione è «distaccata dalla realtà» ed «è deplorevole che il Consiglio continui a ignorare e si rifiuti di condannare o anche solo menzionare il massacro compiuto da Hamas».

Israele boccia risoluzione Onu, la Palestina: «Ora che fate?»

«Gaza sanguina, c'è devastazione e morte ovunque. Nulla è stato risparmiato, neanche i nostri ospedali». Lo afferma l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour, sottolineando che Israele ha già rigettato la risoluzione. «Ora cosa fate?», ha chiesto agli altri membri del consiglio dell'Onu

Haaretz: i negoziati sugli ostaggi sono in stallo

I negoziati mediati dal Qatar tra Hamas e Israele per il rilascio degli ostaggi «sono entrati in crisi». Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz che cita fonti arabe e palestinesi coinvolte nei colloqui. Secondo queste fonti, lo stallo sarebbe dovuto principalmente ma non solo alla richiesta di Hamas di 5 giorni di cessate il fuoco, mentre Israele avrebbe concordato su un massimo di tre. Un'altra condizione posta da Hamas è che Israele fermi il volo dei droni su Gaza durante il cessate il fuoco in modo da impedire lo svelamento della collocazione degli ostaggi. Altro punto di dissenso è la richiesta di Hamas di consentire libertà di movimento tra il sud e il nord della Striscia. Israele - aggiunge Haaretz - si oppone fermamente a queste richieste, mentre Hamas rifiuta di scendere a un compromesso nel timore di rivelare i suoi metodi operativi e di intelligence sul posto dove sono tenuti gli ostaggi.

Nave Usa abbatte drone in arrivo dallo Yemen

Una nave militare americana ha abbattuto un drone proveniente dallo Yemen all'altezza del Mar Rosso, rendono noto fonti militari americane citate da Haaretz.

Gaza, fatto saltare in aria il Parlamento di Hamas

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto saltare in aria la sede del Parlamento di Hamas a Gaza City. Lo riferiscono il sito di Ynet e Channel 12. Due giorni fa i soldati della brigata Golani avevano preso il controllo dell'edificio e scattato una foto al suo interno con tre bandiere israeliane. Nel parlamento sedevano solo rappresentanti di Hamas da quando il gruppo aveva preso il potere nella Striscia di Gaza nel 2007.

L'esercito israeliano ha fatto saltare in aria la sede del parlamento di Hamas a Gaz City

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto saltare in aria la sede del Parlamento di Hamas a Gaza City. Lo riferiscono il sito di Ynet e Channel 12. Due giorni fa i soldati della brigata Golani avevano preso il controllo dell'edificio e scattato una foto al suo interno con tre bandiere israeliane. Nel parlamento sedevano solo rappresentanti di Hamas da quando il gruppo aveva preso il potere nella Striscia di Gaza nel 2007.

Meloni sente Erdogan

La conversazione tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stata «l'occasione per ribadire la posizione dell'Italia e in particolare la necessità di un immediato rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e il sostegno a pause umanitarie a favore della popolazione civile a Gaza». Lo comunica Palazzo Chigi. «In tale contesto, la premier ha informato il suo interlocutore sugli aiuti umanitari italiani giunti via Egitto e i possibili ulteriori assetti da dispiegare a favore della popolazione civile di Gaza».

Erdogan ha detto alla premier Meloni che Ankara si aspetta che l'Italia sostenga un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. «Le atrocità contro la terra palestinese si stanno intensificando e stanno aumentando ogni minuto le morti dei civili», ha detto Erdogan a Meloni, come riporta la presidenza della Repubblica turca, aggiungendo che Ankara adotterà iniziative per portare Israele, «che ha commesso crimini di guerra», davanti ai tribunali internazionali.

Hamas accetta proposta rilascio 50 ostaggi

Hamas ha accettato le linee generali di un accordo con Israele che prevede il rilascio di circa 50 ostaggi in cambio di una tregua di tre giorni nella Striscia di Gaza. Lo riporta la Reuters. In linea con l'accordo, Israele dovrà anche rilasciare alcune donne e bambini palestinesi dalle carceri israeliane e aumentare la quantità di assistenza umanitaria consentita nell'enclave palestinese.

Qatar negozia accordo con Hamas: rilascio di 50 ostaggi in cambio di 3 giorni di pausa

Il Qatar sta cercando di negoziare un accordo tra Hamas e Israele che comporti il rilascio di 50 civili ostaggi a Gaza in cambio di un cessate il fuoco di 3 giorni. Lo segnala Haaretz che riporta una fonte che ha parlato con la Reuters. L'accordo - coordinato con gli Usa - vedrebbe anche il rilascio di alcune donne palestinesi e minori detenuti in Israele e un aumento dell'aiuto umanitario per la Striscia

Libano, bombe israeliane vicino base italiana dell'Onu

L'«artiglieria israeliana ha effettuato poco fa tre bombardamenti di artiglieria contro località nel sud del Libano, situate nei pressi della base italiana della missione Onu (Unifil) nel sud del Libano, senza fare vittime o danni materiali al compound militare.

Lo riferiscono testimoni oculari vicini alla base di Shamaa, quartier generale del contingente italiano che in Libano conta più di un migliaio di soldatesse e soldati. Le fonti affermano che l'artiglieria israeliana ha preso di mira la zona di Tayr Harfa, Jebbine e Yarin a tre chilometri di distanza dalla base di Shamaa.

Prima autocisterna con carburante entrata a Gaza dall'Egitto

La prima autocisterna con carburante è entrata a Gaza dall'Egitto dal 7 ottobre. Lo dice una fonte della Mezzaluna Rossa egiziana all'Ansa

Esercito: operazione a Shifa continua anche questa mattina

L'operazione nell'ospedale Shifa sta continuando questa mattina sempre «in maniera mirata». Lo ha detto il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, confermando che si svolge «in un complesso specifico nel quale secondo informazioni di intelligence si riscontra attività terroristica» da parte di Hamas. Hagari ha poi aggiunto che prima dell'ingresso ci sono stati combattimenti e sono stati uccisi miliziani. «I soldati - ha sottolineato - hanno consegnato forniture mediche, incubatrici e viveri per i bambini».

Hamas accusa Israele e Usa per il raid nell'ospedale

Secondo una dichiarazione di Hamas, sia Israele che gli Stati Uniti sono responsabili del raid dell'esercito israeliano nel più grande ospedale di Gaza. L'attacco all'Al-Shifa costituisce anche un fallimento da parte delle Nazioni Unite nella difesa dei palestinesi, ha affermato l'organizzazione islamista, precisando che «il silenzio dell'Onu e il tradimento di molti paesi e regimi non dissuaderanno il nostro popolo palestinese dall'aggrapparsi alla propria terra e ai propri legittimi diritti nazionali». Hamas sostiene che gli Stati Uniti hanno dato a Israele «il via libera per commettere ulteriori massacri contro i civili», avallando la «falsa narrativa» di Israele, secondo cui il gruppo islamista sta usando l'ospedale di Al-Shifa come base di comando e controllo. Ieri, la Casa Bianca e il Pentagono hanno affermato che Hamas sta immagazzinando armi e gestendo un centro di comando dall'ospedale Al-Shifa. Le osservazioni hanno fatto eco a quelle di Israele, che i funzionari ospedalieri palestinesi e Hamas hanno costantemente respinto.

Onu: morti 40 pazienti nell'ospedale al Shifa

Quaranta pazienti sono morti nella giornata di ieri nell'ospedale al Shifa di Gaza: lo rende noto l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), che cita il ministero della Sanità della Striscia. L'Ocha aggiunge che solo uno degli ospedali a Gaza City e nel nord di Gaza è ancora operativo, sia pur a «livello minimo»: tutti gli altri hanno cessato le operazioni a causa della mancanza di energia elettrica, farmaci, ossigeno, cibo e acqua, aggravata dai bombardamenti e dai combattimenti nelle loro vicinanze. Si tratta dell'ospedale al Ahli di Gaza City, precisa l'Ufficio dell'Onu per gli Affari umanitari, che ospita oltre 500 pazienti ed è l'unica struttura medica in grado di ricoverare pazienti nel nord della Striscia. «Tuttavia - sottolinea -, anch'esso deve far fronte a crescenti carenze e sfide»

Israele, blitz nell'ospedale al Shifa

L'esercito israeliano sta eseguendo un'operazione mirata in un'area dell'ospedale al Shifa di Gaza: lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. «Sulla base delle informazioni di intelligence e di una necessità operativa, le forze dell'Idf stanno portando avanti un'operazione precisa e mirata contro Hamas in un'area specifica dell'ospedale Shifa», si legge nel comunicato. «Invitiamo tutti i terroristi di Hamas presenti nell'ospedale ad arrendersi», conclude la nota.

Israele: svolta sugli ostaggi entro 48-72 ore

Sono stati fatti progressi sull'accordo per il rilascio degli ostaggi in mano a Hamas e una svolta potrebbe arrivare nelle prossime 48-72 ore. Lo ha riferito una fonte politica israeliana all'emittente Abc, precisando che il gabinetto di guerra israeliano si riunirà stasera proprio per discutere i dettagli dell'intesa.

Telefonata tra Putin e Abdel Fattah Al-Sisi: chiedono rilascio ostaggi Gaza

I presidenti di Russia ed Egitto, Vladimir Putin e Abdel Fattah Al-Sisi, hanno sottolineato ieri sera in una conversazione telefonica che le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese devono porre fine allo spargimento di sangue e rilasciare gli ostaggi il prima possibile. Lo ha affermato il servizio stampa del Cremlino come riporta la Tass. «È stata sottolineata l'importanza fondamentale di un cessate il fuoco al più presto, del rilascio degli ostaggi e dell'assistenza umanitaria senza ostacoli ai civili di Gaza», ha affermato in un comunicato il servizio stampa. I due leader si sono sentiti al telefono per discutere «della situazione in rapido deterioramento nella zona del conflitto israelo-palestinese». Entrambe le parti hanno espresso la loro «profonda preoccupazione per le vittime civili senza precedenti, tra cui migliaia di donne e bambini».

«È stata sottolineata l'importanza fondamentale di un cessate il fuoco quanto prima, del rilascio degli ostaggi e dell'assistenza umanitaria senza ostacoli ai civili di Gaza», ha affermato il servizio stampa del Cremlino. Putin ha anche ringraziato il suo omologo egiziano «per l'assistenza a tutto tondo fornita dall'Egitto nell'evacuazione dei cittadini russi dalla Striscia di Gaza». I due leader hanno inoltre riaffermato il loro sostegno al «modello accettato a livello internazionale che prevede la creazione di uno Stato di Palestina indipendente, che coesista in pace e sicurezza con Israele» e hanno concordato di rimanere in contatto.

di Mauro Evangelisti

«Resistete, stiamo arrivando», dice il presidente americano Joe Biden parlando, con un certo ottimismo, della trattativa sugli ostaggi nelle mani di Hamas. «Se e quando ci sarà qualcosa di concreto da riferire, lo faremo», si limita a commentare Netanyahu. E ieri sera Ronen Bar, capo dei servizi di sicurezza dello Shin Bet (i servizi segreti interni) è andato in Egitto a incontrare «alti funzionari per promuovere l’accordo sugli ostaggi», come rivela Haaretz. Ci sono due tragedie parallele nella Striscia di Gaza: i prigionieri israeliani e stranieri - anche bambini e anziani - rapiti dai terroristi; i civili palestinesi ancora bloccati nell’epicentro della guerra, con gli ospedali sotto assedio. Il nosocomio Al-Shati è il più grande di Gaza e da giorni è coinvolto dai combattimenti perché l’esercito israeliano è convinto che nei tunnel sotto la struttura sanitaria ci sia una delle basi più importanti di Hamas; non è escluso che ci sia anche il capo militare, la mente del massacro del 7 ottobre, Yahya Sinwar. Senza elettricità, si sono fermate anche le incubatrici. E il destino dei 700 pazienti, ai quali si aggiungono il personale medico e i rifugiati, è appeso a un filo. Gli Usa, che premono su Israele perché tuteli i civili e i pazienti, hanno confermato però che Hamas usa le aree degli ospedali per nascondersi e per tenere prigionieri gli ostaggi.


EMERGENZA
Si continua a morire, ogni giorno. E secondo i medici dell’ospedale, a causa di questo assedio de facto, non c’è stata che una soluzione per seppellire i cadaveri ed evitare conseguenze igenico-sanitarie: creare una fossa comune all’interno dell’area del complesso. Inizialmente ieri si era parlato di almeno 179 corpi, tra questi anche i tre neonati morti. In serata la Bbc ha raccolto la testimonianza del dottor Adnan al-Bursh, capo del dipartimento di chirurgia ortopedica, che ha rivisto al rialzo questo numero, affermando che sono almeno 200 i corpi. Ha spiegato: «Circa 100 membri dell’équipe medica hanno impiegato sei ore per seppellire i 200 corpi. Abbiamo iniziato alle 8.30 del mattino e abbiamo terminato intorno alle 15. I corpi sono stati lasciati per giorni fino alla decomposizione e quindi non avevamo altra scelta. Non potevamo aprire le finestre degli edifici a causa del cattivo odore che proveniva dal cortile».


L’Idf (forze armate israeliane) ha mostrato delle incubatrici che da Tel Aviv vengono trasportate a Gaza. E da giorni chiede di evacuare la struttura sanitaria. Ma varie testimonianze sostengono che è troppo rischioso: impossibile andarsene da questo ospedale, in quattro ci hanno provato, ma qualcuno ha sparato loro alle gambe.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’ospedale Al-Shifa in parte sta continuando a funzionare «grazie all’eroismo degli operatori medici». L’evacuazione di un altro ospedale, l’Al-Quds, secondo l’Idf è stata completata. L’altro dramma all’interno della Striscia di Gaza: i 240 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas e da altre organizzazioni come la Jihad islamica. Su questo ieri il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, è stato molto prudente. A Ginevra, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine di un colloquio con i dirigenti della Croce rossa internazionale, ha spiegato: «Non ci sono prove che gli ostaggi siano ancora vivi. Fino ad oggi nessuno dei nostri ostaggi ha incontrato rappresentanti della Croce Rossa, chiediamo che questa visita sia consentita al più presto». Quasi contemporaneamente l’Idf ha confermato la morte di Noa Marciano, 19 anni, soldatessa ostaggio di Hamas: «È stata uccisa da barbari assassini nel corso della sua prigionia». Ieri sera però il presidente americano Joe Biden ha mostrato un certo ottimismo sulla possibilità che possa essere trovato un accordo che consenta di liberare quanto meno una parte dei civili prigionieri di Hamas: «Credo che possa avvenire il rilascio degli ostaggi. Ma non voglio entrare nei dettagli. Ai familiari e agli ostaggi dico: resistete, perché stiamo arrivando».

Il Washington Post ha pubblicato l’ennesima anticipazione secondo cui manca davvero poco a una intesa sul rilascio di una settantina di ostaggi, donne e bambini (ma Israele chiede che ne vengano restituiti alle loro famiglie almeno 100), in cambio della liberazione di donne e giovani palestinesi che sono attualmente detenuti nelle carceri israeliane. C’è un problema: la trattativa, mediata da Qatar ed Egitto, sta avvenendo con Hamas, ma alcuni degli ostaggi sono nella mani di altri gruppi. E ieri la Jihad Islamica (che ha dichiarato di avere 34 ostaggi) ha fatto sapere che potrebbe restare al di fuori dall’intesa. Il segretario generale della formazione, Ziad Nachala, citato da al-Arabiya: «Il metodo con cui si stanno svolgendo i negoziati potrebbe spingere la Jihad Islamica a restare fuori da eventuali accordi». Se davvero si arriverà a una intesa sullo scambio tra ostaggi e prigionieri, sarà necessario uno stop ai combattimenti. Ma il governo di Netanyahu sottolinea: l’offensiva va avanti. Dice il ministro Benny Gantz, che fa parte del gabinetto di guerra: «Anche se fosse necessario un cessate il fuoco per la restituzione dei nostri ostaggi, la guerra non si fermerà». Decine di famiglie degli ostaggi nella Striscia di Gaza hanno organizzato ieri una marcia di settanta chilometri da Tel Aviv all’ufficio del primo ministro Netanyahu come forma di protesta, perché ancora il governo non ha ottenuto risultati.
 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Novembre 2023, 18:51
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