Boris Johnson nella bufera tra il party di Natale e l'appartamento a Downing Street ristrutturato con un donazione di oltre 50 mila sterline (quasi 60 mila euro) non dichiarata. La pressione aumenta sul premier inglese, quasi insostenibile stando ad alcuni commentatori anche vicini al suo partito conservatore, anche per un premier britannico comunque abituato a navigare a vista tra i flutti della politica. L'accusa è quella di aver mentito ai parlamentari di Westminster ma soprattutto ai cittadini del Regno Unito, fra l'altro in un momento di preoccupazione per la diffusione della variante Omicron e i contagi (complessivi) giornalieri da Covid che non scendono sotto i 50 mila.
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In primo luogo pesa sull'immagine e la credibilità di BoJo quello che ormai si può definire come lo scandalo dei party di Natale: almeno tre, organizzati dai funzionari a Downing Street un anno fa, in aperta violazione delle regole anti-Covid vigenti allora col lockdown. Johnson in più occasioni si è scusato per la vicenda ma continua a sostenere che la festa incriminata del 18 dicembre, al centro di un video diffuso dall'emittente Itv e costato ieri il posto alla sua consulente Allegra Stratton, non sia avvenuta, e che in generale nei festeggiamenti natalizi nei palazzi delle istituzioni siano state rispettate le regole. Questo però deve ora stabilirlo l'inchiesta iniziata oggi che rischia di essere una mina vagante per il primo ministro qualora si scoprisse che la sua ricostruzione è stata in tutto o in parte mendace, ancor di più mentre chiede agli inglesi, in vista del prossimo Natale, di rispettare le nuove restrizioni anti-Covid previste dal cosiddetto piano B.
Il ministro Michael Ellis, Paymaster General (figura equivalente al ragioniere generale dello Stato) della compagine Tory, ha affermato che qualsiasi violazione della legge individuata sarà segnalata alla polizia. Al momento Scotland Yard ha escluso un'indagine sulla festa del 18 dicembre per «mancanza di prove» di un illecito. Come ricorda la Bbc, i laburisti hanno ipotizzato una richiesta di dimissioni del primo ministro qualora si scoprisse che ha ingannato i deputati e, come loro sostengono, «preso in giro» i britannici. La stessa accusa viene usata per un'altra vicenda che vede, suo malgrado, protagonista il primo ministro. Il suo partito conservatore è stato multato dalla Commissione elettorale per 17.800 sterline (oltre 20 mila euro) per non aver dichiarato in modo corretto una donazione di oltre 50 mila sterline (quasi 60 mila euro) fatta lo scorso anno da lord Tory (Lord Brownlow) per coprire i costi di ristrutturazione dell'appartamento a Downing Street (al numero 11, più spazioso della residenza ufficiale del numero 10) dove vive il premier con la famiglia.
Il problema è che dai documenti emerge una imbarazzante contraddizione dello stesso Johnson.
In tutto ciò, Boris Johnson ha almeno una ragione per gioire: è nuovamente diventato padre, stavolta di una bambina. E il secondo figlio avuto con la moglie Carrie, ma il settimo per il primo ministro considerando i quattro avuti dalla ex moglie Marina Wheeler e uno durante un'avventura extraconiugale con l'esperta di arte Helen Macintyre. Solo lo scorso settembre Johnson, personaggio dalla vita privata piuttosto turbolenta almeno in passato, aveva ammesso in un'intervista concessa alla tv americana Nbc di avere i 6 figli che tutte le biografie gli accreditavano per certo, ai quali si è aggiunta la piccola nata oggi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Dicembre 2021, 22:19
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