Zoomer: ricchi e tristi?

Zoomer: ricchi e tristi?

di Alberto Mattiacci

Gli Zoomer, nati tra il 1997 e il 2012, sono i “giovani d’oggi”. Nei paesi sviluppati si stima siano circa 250 milioni di individui -praticamente Brasile (200) e Italia (58) assieme. È gente che studia l’11 settembre sui libri di storia; che non conosce un mondo senza Internet; che -da noi- da quando ha iniziato a capire ciò che i grandi dicevano, sente parlare di crisi, declino, disastro.
 
Diamo uno sguardo agli USA -realtà incomparabile con la nostra ma, in qualche misura, laboratorio di quel che saremo. Lì la GenZ sta iniziando a dominare il panorama lavorativo. Circa la metà degli Zoomer è occupata e il numero di quelli impiegati a tempo pieno è già quasi più alto dei Boomer. Più di 6.000 di loro sono già CEO e oltre 1.000 politici.

Hanno successo finanziario: ben pagati, con redditi in crescita e capacità di gestire il risparmio. Rispetto ai loro nonni alla loro età, insomma, sono più benestanti (come del resto da noi).

Questo ne indirizza le scelte di consumo, e infatti spendono (molto) in: intrattenimento -sapete quanto costa un concerto live?; edizioni limitate di vari prodotti -avvicinatevi a una sneaker Nike Air Force 1 per credere- e, più dei loro genitori, seguono ideali “buonisti” e universali negli acquisti -es. green.
Eppure, negli USA, li chiamano la “generazione ansionsa”. Gli Zoomer tendono ad avere tassi più elevati di depressione e sono meno propensi a fare festa con altri, o ad avere relazioni stabili.
Non sarà che troppo benessere fa male?


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2024, 06:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA