Il web non può riempire il vuoto: con il lockdown boom di emergenze psicologiche tra i ragazzi

Il web non può riempire il vuoto: con il lockdown boom di emergenze psicologiche tra i ragazzi

di Maddalena Messeri

Mai come in questo periodo è difficile essere adolescenti. Aumenta il disagio, in Dad la solitudine è la base di partenza e chi è più sfortunato non ha vie di salvezza. Così si registra un boom di emergenze psicologiche: il 61% dei ragazzi si vede brutto, il 30% ha disturbi alimentari, aumentano depressione, fenomeni di autolesionismo e suicidi.


L'ultima a perdere la vita è stata Maria, che a 12 anni si è uccisa impiccandosi. «Stava tutto il giorno attaccata al cellulare», dice lo zio. Per ogni suicidio, torna in maniera inquietante sempre la stessa frase. Perché l'accesso al web, offrendo qualunque tipo di contenuto, anticipa la perdita dell'innocenza e mette a rischio un'intera generazione. Dai giochi più stupidi su TikTok, al porno, fino ai tutorial per vomitare o tagliarsi. Il modello di riferimento non è più valoriale, ma visivo: il cellulare diventa il mondo parallelo dove i ragazzi creano il loro immaginario. Ma senza tabù, senza confini tra il bene e il male, ecco fatto il primo passo verso l'infelicità.
Il vuoto delle giornate infinite non si riempie con i social, serve qualcosa di educativo, che aiuti a crescere: in primis andare a scuola, poi fare sport, coltivare una passione, divertirsi con gli amici, anche sbagliare a volte. È comunque vita.

E prima di pensare al diritto di voto per i ragazzi, pensiamo alla loro felicità, il diritto più importante.


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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Marzo 2021, 08:10
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