Valerio Lundini, "Faccende complicate" è il suo nuovo programma Rai: «Vi parlo del mio spettacolo on the road»

Dal 12 gennaio su RaiPlay dieci episodi di Faccende Complicate, girato in diverse città italiane. In primavera andrà anche su Rai3

Video

di Paolo Travisi

Valerio Lundini, uno degli ultimi talenti comici scoperti dalla Rai, torna in tv con un nuovo format originale tutto suo. Dal 12 gennaio sbarca sulla piattaforma streaming RaiPlay con i dieci episodi di Faccende Complicate. Un viaggio in giro per l’Italia, fuori dagli studi tv, per intervistare personaggi comuni e raccontare storie che riguardano tutti molto da vicino. 

Spettacolo on the road

Dieci episodi da 25 minuti ciascuno in giro per l’Italia, RomaTorino, Napoli, Milano, Riccione per finire a Tirana, in Albania, dove il comico e conduttore romano è testimone delle “faccende complicate” che coinvolgono gli italiani da Nord a Sud. Il marchio di fabbrica del surreale e le battute nonsense, ovviamente, restano, rivolte ad un pubblico di diverse fasce anagrafiche: «Punto sulla fascia giovanile perché ci tiene la Rai e sulla fascia adulta e benestante perché ci tengo io, in modo tale che questo pubblico che può spendere possa venire poi a teatro e pagare il biglietto per vedere i miei spettacoli», dice Lundini, in una conferenza stampa, con le sue battute a raffica.

Piace alla Generazione Z

In realtà Lundini, che debuttò in pieno Covid con Una pezza di Lundini, piace molto alla Generazione Z, fetta di pubblico che la tv lineare generalista non riesce ad intercettare. «Io mi rivolgo al pubblico italofono, altrimenti avrei detto i belgi. Il mio pubblico non dico che debba essere per forza ottuagenario, ma spero facoltoso, a persone con portafogli ben gonfi egiovani di buona famiglia».

Come nasce il programma

Nei dieci episodi Lundini spazia – indagando a modo suo - la vita degli studenti stranieri in Italia, o come nasce un successo discografico, le tradizioni culinarie italiane e i segreti delle persone di bell’aspetto, ma anche le difficoltà e le peripezie della vita di tutti i giorni o se la storia del caffè sospeso a Napoli è reale. «Ho scelto un programma itinerante per pigrizia mentale, perché mi son detto se giriamo 25 minuti, scrivo meno ed improvviso, ti pare che qualcosa di buono non esce, poi però stavo in giro cinque giorni per una puntata ed è diventata pigrizia fisica.

E poi in giro con le telecamere della Rai, caffè ed amari erano gratuiti, anche se io non li bevo».  

La scelta del titolo

«Il titolo nasce prima e poi arriva l’idea. Mi piaceva come espressione cacofonica, astuzia? Non credo, non è un titolo che la gente si ricorda bene, poi le storie più semplici le ho complicate io nello svolgimento», ha spiegato.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Gennaio 2024, 17:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA