Serie tv Rai, boom all'estero con Mare Fuori, ma il cinema frena sulle piattaforme

A Trieste, tre giorni di incontri con produttori italiani e stranieri che si confrontano sulle sfide di un settore in grande cambiamento. Bergonzoni: «Una legge per proteggere la creatività italiana»

Serie tv Rai, boom all'estero con Mare Fuori, ma il cinema frena sulle piattaforme

di Paolo Travisi

Trieste diventa la capitale dell’industria audiovisiva italiana ed internazionale, in occasione dell’Audio-Visual Producers Summit (dal 19 al 21 luglio) in cui produttori italiani ed i big di Hollywood si confrontano sulle sfide di un settore in continuo cambiamento, culturale, tecnologico, di contenuti.

Ad aprire la tre giorni, organizzata da Cinecittà in con collaborazione con APA di cui è direttore Roberto Stabile, per la Direzione Generale Cinema e Audivisivo del Ministero della Cutura, è la sottosegretaria del MIC, Lucia Bergonzoni, che ha annunciato l’aumento dei fondi per il tax credit ed una normativa «per tutelare la creatività umana, perché l’intelligenza artificiale è un grande strumento, ma va normato affinché non diventi negativo per la creatività. Stiamo ipotizzando che chiunque acceda alla legge sugli incentivi per il cinema, scriva alla fine dei titoli di coda se sia stata usata l’IA ed in cosa. Mentre per le produzioni  internazionali, sceneggiatori, attori e registi se saranno italiani daremo una premialità, ma solo se in carne d’ossa, non se l’ha fatto un’azienda italiana ma con l’IA».

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Fiducia nella produzione in Italia

Tra i produttori americani presenti a Trieste, tra cui Gary Lucchesi, che ha prodotto il film premiato con l'Oscar, Million Dollar Baby di Clint Eastwood, c'è grande ammirazione per il sistema produttivo italiano e sono molti i set aperti nel nostro paese, uno appena chiuso a Venezia con Riccardo Scamarcio e Kenneth Branagh, citato da Daniel Frigo della Country Manager Italy Walt Disney. "Siamo in una fase di transizione, ma sono convinto che ce la faremo, servirà più collaborazione tra tutti noi", ha detto Riccardo Tozzi di Cattleya, che ha prodotto Gomorra.

Serie tv e cinema Rai

Alle serie tv e cinema della Rai è dedicato un incontro specifico, alla presenza di Maria Pia Ammirati, direttrice Rai Fiction e Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema.

"La serialità ha fatto grandi passi avanti, portando maestranze, talent, professionisti che hanno aiutato le serie a crescere, ma il mondo digitale ha grandi denari che a livello europeo, non solo italiano, non abbiamo ed i costi di produzione sono cresciuti in modo vertiginoso, forse troppo, subito dopo la pandemia.

In un mercato come il nostro dove gli streamer sono entrati con forza, con molti soldi, ci siamo trovati come servizio pubblico a dover far quadrare i contri, facendo prodotti di qualità e numeri", ha detto Ammirati, plaudendo al grande successo di Doc il primo titolo italiano esportato sul mercato straniero.

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Italia cercata all'estero

E poi c'è il caso Mare Fuori, esploso grazie alla grande attenzione dei giovani. "La serie ha totalizzato 220 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma, è stato comprato in 40 paesi e lo stanno studiando all'estero. Questo ha portato il pubblico che avevamo perso, quello dei giovani, a cui ora stiamo guardando con produzioni young adult, come Noi siamo leggenda che vedremo ad ottobre. Avendo alzato la qualità dei nostri prodotti, siamo molto richiesti, tanto che negli ultimi due anni, le vendute internazionali sono aumentate del 50%".

Cinema in crisi?

Se la serialità è decollata, il cinema vive in un perenne stato di crisi. "Il Covid ha cambiato lo scenario del cinema, perché abbiamo avuto bisogno delle piattaforme per due anni permettendogli di crescere, anche se ora sono di nuovo in difficoltà" considera Del Brocco che con Rai Cinema produce circa 50-70 film l'anno, che con onestà intellettuale aggiunge: "Il film prodotto solo per le piattaforme è brutto, storia e personaggi hanno poca profondità, perché rendere delle storie appetibili per centinaia di milioni di persone nel mondo deve standardizzare i contenuti".

Piattaforme non comprano nostri film

Il problema è che le piattaforme di streaming non comprano più film italani, non quelli dei grandi nomi ma, "soprattutto i medio-piccoli, che in sala avevano un pubblico, ma ora non più. Un problema enorme per il cinema italiano, questo significherà non poter più sostenere la produzione di tanti film, che non avranno pubblico ed il rischio è che una parte di giovane cinema andrà a morire tra 5/10 anni, che non ci sarà il ricambio generazionale. E come nasceranno i nuovi Sorrentino, Garrone e gli altri?"


Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Luglio 2023, 14:22
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