Il mio amico Tempesta, Mélanie Laurent: «Una storia da far vedere anche ai miei figli»

La celebre attrice francese, anche regista, ha recitato per Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria

Il mio amico Tempesta, la protagonista Mélanie Laurent: «Una storia da far vedere anche ai miei figli»

di Paolo Travisi

C'è tutta la capacità di resilienza di una famiglia, nel film Il mio amico Tempesta, diretto da Christian Duguay (Belle & Sebastien), con l'attrice francese Melanie Laurent, resa celebre da Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, che nel film interpreta la mamma di Zoe, nata e cresciuta nella scuceria dei suoi genitori, e destinata a diventare una fantina. Ma sarà proprio la sua amata Tempesta, in una notte di tempesta a provocare un incidente che la vedrà costretta sulla sedia a rotelle a vita e metterà in discussione anche il rapporto con i suoi genitori.

Federico Moccia, frecciata a Scamarcio: «Irriconoscente, la sua carriera iniziata grazie a Step»

Cosa le interessava di questo progetto?

La sceneggiatura mi ha commosso molto, ero emozionato dal casting e dai film precedenti di Christian Duguay. Inoltre, mi piace l'idea, di tanto in tanto, di partecipare a un film che i miei figli possano vedere, e così avvicinare i miei figli al mio lavoro e a ciò che faccio loro passare a causa sua. Mio figlio ha visto il film di recente e gli è piaciuto molto, il che mi ha fatto sentire bene.

Aveva un'affinità con il mondo dei cavalli?

Non proprio. È un universo che non conoscevo affatto, ma che mi affascina. So quanto i cavalli abbiano un vero potere terapeutico e che le persone che cavalcano i cavalli sono ossessionate, appassionate, speciali. È stato bellissimo lavorare con loro e, in particolare, con Martine Cours, che è stata una delle prime fantini donna. Era una consulente del film e mi ha permesso di avvicinarmi ai cavalli e di accarezzarli. È stato molto bello vedere questo animale, così imponente, tenero e calmo in base alle mie reazioni.

Pensa che il suo personaggio incarni la voce della ragione?

Sì, ma questo personaggio mi è piaciuto perché si evolve. Abbiamo l'impressione, all'inizio, che sia l'accessorio materno, messo da parte, poi passano gli anni, e sono stata molto sensibile alla sua evoluzione come donna che riprende il suo posto di madre condividendo una nuova passione con la figlia. È stato interessante ritrovare la complicità con suo figlio dopo averlo perso.

Sembra che avesse paura dell'acqua. Come haa superato questa apprensione?

Ho seguito un allenamento intensivo: ho praticato tre ore di nuoto al giorno per tre settimane, ho fatto apnea e perfino ipnosi.

Mi sono divertita molto a perfezionare il nuoto e per me è stato interessante perché è diventato come una meditazione. Però è stato fisicamente difficile perché mi allenavo con un ex nuotatore professionista, ma era importante superare le mie apprensioni, anche solo per far sembrare naturale che stavo insegnando delle cose a mia figlia e per sentirmi a mio agio in acqua. Alla fine, quando ti alleni fisicamente per un film, c'è sempre qualcosa che traspare. Questo è spesso quello che faccio, e lavorare con il corpo e la mente vanno di pari passo durante uno scatto.

Che legame ha stretto con le tre giovani attrici che interpretano Zoé?

Carmen Kassovitz, che interpreta la grande, aveva qualcosa dell'attrice giovane che ha appena iniziato, che vuole fare bene, che ha un'energia incredibile, e mi ha colpito molto perché si comporta molto bene a cavallo. Questo mi tocca molto soprattutto perché ho iniziato molto giovane e quando vedo giovani attrici in un ruolo molto bello, voglio essere lì per loro in un altro modo. Mi ricorda le attrici che venivano a guardarmi con tenerezza e che mi sostenevano quando ero agli inizi. Oltretutto mi sono ritrovata con Carole Bouquet che mi aveva preso sotto la sua protezione quando girammo un film in cui avevo solo 14 anni. Abbiamo parlato di tanti ricordi ed è stato fantastico.

Lei è anche regista. E' stata attenta al lavoro del regista che l'ha diretta?

Sì, certo, catturo le cose anche come regista. Soprattutto ora che sono più una regista che un'attrice, ho un occhio più esigente per la regia. Mi affascina così tanto che lavorando con un regista altrettanto appassionato, lo osservo con occhio avido. Ed è sempre fonte di ispirazione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Settembre 2023, 16:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA