Nancy Brilli su Leggo: «La guerra non è un video social»

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di Nancy Brilli
No, Claudio, non mi chiedere chi ha ragione, nei fatti orribili della guerra recente. Non sono in grado di rassicurarti, e comunque non lo farei. Ridurre la situazione a un minimo comun denominatore, a qualcosa di facilmente gestibile, non è possibile. Ne ho letto più che potevo, ho cercato di capire, e certo che gli assassini, gli attacchi terroristici, le mostruosità sui civili e sui bambini sono inaccettabili, certo, è evidente, oltre che raccapricciante. Ma quello che ci vuole non è schierarsi, è cercare la pace con tutte le proprie forze. Bello sarebbe, e molto, se non fosse sempre e solo una questione di potere e di denaro, e invece fa spavento avere coscienza d’essere in balìa dei potenti, di quelli che dovrebbero invece venirsi incontro, mediare, disinnescare. Spavento vero, fa. Mi chiedi anche se ho visto i video. Ma come ti viene in mente. Mi dici che ti sei andato a cercare non i servizi giornalistici accurati, ma i filmini sui social dove al posto dei soliti insulsi balletti hai trovato le sevizie, le crudeltà, le esecuzioni schifose, abominevoli, che li volevi proprio vedere. Io invece allibisco, che se lo hai fatto, guardati dentro e chiediti che cos’è che ti risuona. Ma che tipo di goduria zozza sta pigliando a quelli come te? Ma che vi guardate? Che vi guardate!
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Ottobre 2023, 09:34
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