Tumori, scoperto un interruttore biologico che migliora la terapia contro il cancro: «Svolta immediata nelle cure»

La scoperta arriva da un gruppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia

Tumori, scoperto un interruttore biologico che aiuta la terapia: «Svolta immediata nelle cure»

di Redazione web

Un interruttore biologico, l'acido linoleico che è un lipide presente in natura, è in grado di migliorare i risultati della terapia cellulare con CAR-T e renderla efficace per molteplici tumori, anche per quelle neoplasie fino ad ora resistenti.

La scoperta arriva da un gruppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia, guidato dalla giovane ricercatrice Teresa Manzo. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.

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Lo studio

La terapia con CAR-T è una delle ultime frontiere per il controllo dei tumori resistenti alle terapie tradizionali. Si tratta di un trattamento personalizzato, in cui alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti T, vengono prelevati da un paziente, modificati in laboratorio per potenziarne l'azione antitumorale e infine reinfusi nel paziente stesso. Sebbene abbia prodotto straordinari risultati clinici nel trattamento delle neoplasie ematologiche, l'efficacia di questa terapia è ancora limitata per la cura dei tumori solidi.

«Riflesso immediato sulle terapie»

«Abbiamo dimostrato - spiega Manzo - che una delle cause di questa scarsa efficacia è l'alterazione del metabolismo lipidico: specifici lipidi danneggiano le cellule T CD8, diminuendo la loro la capacità di attivarsi contro il tumore.

Abbiamo però identificato un lipide 'buono', l'acido linoleico, e abbiamo dimostrato, prima in cellule in coltura e poi nel modello animale, la sua capacità di regolare le funzioni antitumore delle cellule T CD8. Questa scoperta potrebbe avere un riflesso immediato per le terapie CAR-T: le cellule T CD8 possono essere riprogrammate con acido linoleico durante l'ingegnerizzazione, prima di essere reinfuse nel paziente».

Se i risultati saranno validati, afferma l'oncologa, «i linfociti così ingegnerizzati potranno diventare potentissimi farmaci in grado di infiltrare le cellule cancerose e distruggerle, senza perdere la loro energia, fino a che la missione è compiuta. Una grande speranza per le forme di malattia oggi senza opzioni di cura». Inoltre, «è un metodo economicamente sostenibile e comporta l'uso di composti lipidici non tossici, che possono essere aggiunti ai protocolli di produzione delle CAR-T», aggiunge Carina Nava, prima autrice dell'articolo. «Abbiamo già depositato il brevetto per il nostro metodo e stiamo ora cercando partnership per portare il metodo in clinica», conclude Manzo.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Marzo 2023, 15:19
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