Terza dose e booster sono ormai diventate parole comuni nel linguaggio di tutti i giorni. Chi l'ha prenotata, chi l'ha già ottenuta, chi sta scegliendo quale vaccino utilizzare per il richiamo alla vaccinazione anti Covid anche in virtù della diffusione della variante Omicron. Nel lessico attuale i due termini vengono utilizzati sostanzialmente con lo stesso significato. Tecnicamente però assumono connotati leggermente diversi: il booster è un richiamo alla vaccinazione completa (due dosi) a 5 mesi dalla seconda, la terza dose fa parte del ciclo completo, è destinata alle persone con determinate fragilità e particolarmente a rischio e va effettuata a partire da 28 giorni dalla seconda dose.
Il termine inglese usato a "sproposito"
Sull'utilizzo del termine booster si è espressa, criticandolo, anche la Crusca. Appare «inutile e incomprensibile» l'uso di "booster" se rivolto al grande pubblico: è il verdetto espresso tramite il presidente della Crusca, Claudio Marazzini, professore emerito di Storia della lingua italiana nell'Università del Piemonte Orientale, che sostiene come andrebbe utilizzata la parola italiana "richiamo". «La diffusione indiscriminata e acritica, tramite i media e non solo, della parola 'booster' da sola e senza l'equivalente italiano, che pure esiste - dichiara Marazzini all'Adnkronos - mostra che ancora una volta si è persa l'occasione di aiutare gli italiani a capire meglio, forse per 'educarli' all'abbandono della loro lingua, o per dimostrare che l'italiano non ha parole adatte. E questo non è vero, perchè 'richiamo', per i vaccini, esiste dalla prima del Novecento».
DOSE BOOSTER E TERZA DOSE, LE DIFFERENZE
Dose booster
A chiarire le differenze tra dose booster e terza dose fu lo stesso ministero della Salute attraverso una circolare a firma del direttore generale Prevenzione, e membro del Cts, Giovanni Rezza. Per dose booster, «si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare (ma questo ultimo punto è stato successivamente aggiornato aprendo a tutta la popolazione dei 18 anni in su) in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale». Si tratta quindi della dose di richiamo in chi ha risposto bene alle prime due dosi, ma a distanza di tempo, o (forse) per via delle varianti, ha bisogno di una dose di rinforzo.
Terza dose (o dose addizionale)
«Per dose addizionale (ovvero la terza dose, ndr.) - viene chiarito - si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria» e viene fornita ad almeno 28 giorni di distanza dalla seconda dose.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Dicembre 2021, 11:54
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