Meloni: «Draghi nell'Ue? Autorevole, può avere occhio di riguardo per l'Italia». E sui migranti: «Vanno fermati arrivi»

Le parole della premier a Cinque Minuti e Porta a Porta

Meloni: «Draghi nell'Ue? Autorevole, può avere occhio di riguardo per l'Italia». E sui migranti: «Vanno fermati gli arrivi»

«Draghi è uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione, la considero una buona notizia». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Cinque Minuti, in onda stasera su Rai Uno.

Sempre nella trasmissione la premier ha affrontato il tema dei migranti: «La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete», ha detto a proposito della richieste Germania.

Si aspettava che la Germania fermasse l'accoglienza di migranti dall'Italia? «In parte sì - ha sottolineato - perché noi abbiamo qualche tempo fa comunicato ai nostri partner che non potevamo più riaccogliere automaticamente i cosiddetti "dublinanti", perché i nostri hotspot sono pieni e se la Ue non ci dava una mano a difendere i confini esterni».

Meloni a Porta a Porta

«Se fosse vero che c'è qualcuno che gestisce i soldi del reddito di cittadinanza, cioè la camorra, su questa cosa bisogna andare fino in fondo», ha aggiunto Meloni, a Porta a Porta, in onda stasera su Rai Uno. «A Caivano avete intervistato la mamma di una delle ragazze violentate, e questa signora dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinza, il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so. Ecco, il non lo so è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa. Spero che la magistratura vada fino in fondo».

Quindi un passaggio sul precedente Governo. «I bonus edilizi messi in capo da Conte sono costati ad oggi circa 140 miliardi, mediamente una legge di bilancio che è la legge più importante di tutti e si fa sulla sanità il lavoro le famiglie il pubblico impiego vale 20, 30, 35 miliardi, questo per capire l'ordine, da 4 a 6 leggi finanziarie, qualcosa deve non aver funzionato», ha sottolineato.

Il caso Ita

«Mi diverte sempre il racconto sullo scontro con l'Europa, noi siamo collaborativi ma difendiamo a testa alta i nostri interessi».

Nel caso Ita-Lufthansa «abbiamo trovato una soluzione come ci veniva chiesto da anni e mi aspetto che ci si dica bravi e non si perda tempo, che tutti si remi nella stessa direzione», ha affermato. «Abbiamo ereditato diversi dossier strategici complessi, da Tim a Ita a Ilva, stiamo cercando di trovare soluzioni efficaci, strutturali, che difendano la competitività dell'Italia. Quando le troviamo chiediamo che l'Ue ci dia una mano, come in questo caso». Quanto alle frizioni con il commissario Ue Paolo Gentiloni, «ho trovato da parte di Gentiloni nell'ultimo anno molte interviste per redarguire il Governo. Non so se accade nelle altre nazioni. Per carità, i commissari non fanno il lavoro del loro governo però ho visto un approccio più critico che collaborativo. Ma questo non vuol dire che voglia litigare o discutere con Paolo Gentiloni», ha precisato il premier.

Le banche

«Se ci sono correttivi da fare si possono fare ma non intendo fare marcia indietro. Modifiche si possono fare a parità di gettito» che è «qualcosa di meno» di tre miliardi, sotolinea ancora Meloni a proposito del prelievo sull'extragettito delle banche.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Settembre 2023, 07:23
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