Serena Mollicone, la svolta nel processo: ammessi 3 nuovi testimoni

Nel processo sono imputati il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, il figlio Marco, la moglie Annamaria e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale

Serena Mollicone, la svolta nel processo: ammessi 3 nuovi testimoni

di Redazione web

Tre testimoni mai ascoltati in dibattimento saranno sentiti nel corso del processo di appello sull'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. Lo ha stabilito la Corte d'Assise d'Appello di Roma accogliendo la richiesta della pubblica accusa. Si tratta di Bernardo Belli, Mariapia e Antonio Fraioli. Oltre a loro saranno ascoltati anche Laura Ricci e Salvatore Fraioli. Le loro testimonianze ruotano intorno all'avvistamento di Serena Mollicone al bar Chioppetelle la mattina del 1 giugno 2001, giorno della scomparsa della ragazza.

Nel processo sono imputati il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, il figlio Marco, la moglie Annamaria e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale

Cosa ha detto in aula Massimo Poletta

«Ci sono anomalie nell'ordine di servizio del 1 giugno 2001» redatto dal maresciallo Quatrale e dal brigadiere Tuzi. Lo ha detto Massimo Polletta, carabiniere in servizio al nucleo investigativo del comando provinciale di Frosinone fino al 2023, nel corso del processo davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma sull'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. Il documento, su cui è stata eseguita anche una perizia calligrafica che ha accertato come sia stato compilato effettivamente dai due carabinieri, prevedeva lo svolgimento di un servizio di perlustrazione e quindi un'attività esterna dei militari. Tuzi e Quatrale sarebbero usciti intorno alle 7.30 e rientrati in caserma dalle 8.30 alle 11 perché il comandante della stazione Franco Mottola era fuori per i preparativi della festa dell'Arma.

Tra le altre cose, ha spiegato, dall'ordine di servizio risulta che tra le 12.20 e le 12.45 i carabinieri abbiano fatto un «controllo a tre persone ma i nomi non risultano inseriti in banca dati Sdi». «Non ho detto che sono dati di fantasia – ha precisato il carabiniere rispondendo alle contestazioni della difesa – semplicemente che alle 12.30 risulta che Tuzi e Quatrale abbiano effettuato un posto di controllo e allo stesso orario risultano in tre posti diversi».

Altra incongruenza riguarda l'invito in caserma per Claudio Lancia, anche lui ascoltato martedì 16 aprile in aula, che gli sarebbe stato notificato a casa. «Qui è presente un'anomalia – ha sottolineato – sull'ordine di servizio si dice che si è proceduto a notifica ma come è possibile se Lancia non era presente a casa».

Dalle verifiche su 761 ordini di servizio compilati dai due carabinieri, tutti riferiti al 2001, abbiamo riscontrato che normalmente «dettagliano le attività in maniera precisa e perentoria», ha spiegato Polletta. «Se facevano rientro in caserma lo andavano a giustificare, la stessa cosa capitava se non potevano svolgere il servizio nel posto indicato dal comandante», ha aggiunto.

Nel corso dell'udienza Polletta ha fatto riferimento anche del foglio di marcia da cui risulta che quella mattina, tra le 7.30 e le 14.30, Tuzi e Quatrale avrebbero percorso circa cento chilometri. Una distanza eccessiva, secondo l'accusa, considerati gli spostamenti annotati sull'ordine di servizio.


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Aprile 2024, 15:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA