Casa comunale nel caos: quattro ore per ritirare una raccomandata. Scoppia la rivolta

Casa comunale nel caos: quattro ore per ritirare una raccomandata. Scoppia la rivolta

di Lorena Loiacono
Quattro ore di fila e oltre, ieri, negli uffici della Casa comunale di via Petroselli: una mattinata da incubo per centinaia di persone alle prese con raccomandate irraggiungibili. Ad affollare gli uffici comunali c’era un fiume di contribuenti richiamati lì da una raccomandata non consegnata sotto Natale. E allora, per ritirarla, hanno dovuto superare vere e proprie prove di resistenza. E non tutti ce l’hanno fatta. C’è chi era lì dalla mattina presto, solo per riuscire ad aggiudicarsi il numeretto per poi mettersi in fila, e chi è rimasto per tutta la mattinata in piedi tra una coda allo sportello e l’altra.

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A fine anno l’Agenzia delle Entrate ha inviato ai contribuenti varie comunicazioni, con tanto di cartelle esattoriali e multe con pagamenti da regolarizzare. Un’ondata di raccomandate partite forse tutte insieme che, come spesso accade, si sono trasformate nel tagliandino della mancata consegna, lasciato nella cassetta dal postino che non ha trovato il diretto interessato. Quando il portalettere non trova il destinatario all’indirizzo indicato, infatti, lascia l’avviso per andare a ritirare la missiva altrove. In questo caso la corrispondenza finisce tutta nella Casa Comunale, che si trova nel corridoio vicino all’anagrafe di via Petroselli. 
 
 


E lì bisogna andare a ritirarla. Tutti insieme, negli stessi giorni che seguono il mancato recapito. Niente di più difficile, a Roma. Ieri mattina quindi i corridoi scoppiavano e l’esasperazione dei romani è arrivata alle stelle: una situazione insostenibile per tanti che, dopo ore in piedi, hanno deciso addirittura di rinunciare. Dovranno tornare nei prossimi giorni, proveranno a rimettersi in fila quindi i disagi andranno avanti. Si tratta di documenti non da poco, di situazioni anche delicate con cui le famiglie spesso vanno in grande apprensione. La tensione quindi era inevitabile, dovuta anche alla farraginosa prassi da seguire. Prima bisogna mettersi in fila per prendere il numeretto, poi si rifà la fila per pagare e infine ci si mette in coda per ritirare il tanto atteso plico. Tre step diversi che, moltiplicati per almeno duecento persone accalcate negli uffici, si sono trasformati nel caos. Una mattinata trascorsa tra proteste e malori.

Uscivano stravolti, ieri, i contribuenti alla prese con la ressa alla Casa Comunale. Quelli che erano riusciti a portare a termine l’operazione avevano i capelli dritti: «Devo prendere un caffè, sono qui dentro da ore, a digiuno – racconta Patrizia - è incredibile, non sembra vero. Devono trovare un modo più veloce per smaltire la fila altrimenti le persone in attesa non ce la fanno». Ieri infatti c’era anche chi ha dovuto rinunciare: «Mi sembra assurdo – racconta Mario Forti, un uomo sulla cinquantina – mio nipote durante le feste di Natale ha trovato nella buchetta della posta la cartolina per venire qui. Non ci aspettavamo una ressa simile: due ore solo per avere il numeretto. Purtroppo dovrà tornare da solo, io non posso restare in piedi così a lungo».

Nell’attesa qualcuno avvisava i parenti, per metterli in guardia: «Anche mia zia deve venire a ritirare una raccomandata – raccontava Tiziana – le ho detto di muoversi in tempo, di mattina presto. Altrimenti non risolve niente». Non solo, c’era anche chi il numeretto non lo ha proprio visto: «Sono arrivato a metà mattinata – racconta Mario, uscendo dagli uffici - e mi hanno rimandato indietro: erano finiti i numeretti. Tornerò in un altro orario, non pensavo ci fosse tutta questa fila da fare. Io pago volentieri quello che devo pagare, per carità, ma almeno mi mettessero nelle condizioni di farlo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Gennaio 2020, 09:13
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