Bolletta choc (18mila euro) alla gelateria Fassi, il proprietario si sfoga: «È un insulto a tutto quello che ho fatto finora»

«La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci», ha commentato ironico

Bolletta choc (18mila euro) alla gelateria Fassi, il proprietario si sfoga: «È un insulto a tutto quello che ho fatto finora»

di Valerio Salviani

Il caro-energia sta mettendo l'Italia in ginocchio. L'ultima testimonianza arriva dalla gelateria Fassi, pezzo di storia di Roma situata all'Esquilino. Il proprietario Andrea Fassi ha pubblicato su Facebook l'ultima bolletta della luce, che ammonta a 17.862,84 euro, e che lo stesso ha definito «un insulto a tutto quello che ho fatto finora». «La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci», ha commentato ironico.

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Lo sfogo di Fassi

«Io faccio questo lavoro al mio meglio. Combatto l’alzarsi del sole, combatto me stesso, combatto un settore gonfio di invidia, vivo un territorio degradato, sopporto il poco valore dato alle aziende in questo paese, ingoio l’imborghesirsi del cibo con mezzo mondo che non magna, ignoro gli insulti sui coreani, tra i primi a rispettare il mio lavoro; eppure accolgo con il sorriso di Joker migliaia di Romani ogni giorno, difendo la semplicità del gelato, imprescindibile», dice l'imprenditore nel lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook.

«Ora - continua Fassi -, questa bolletta è un insulto a tutto quello che ho fatto fino ad ora: Come Amministratore Delegato del Palazzo del Freddo, come socio fondatore della Scuola di scrittura Genius, unico vero capolavoro dopo mia figlia Amelia, come consigliere Fipe e come vicepresidente dei locali storici d’Italia sempre per Fipe, penso questa bolletta sia un punto a capo per la mia vita e per quella di molti altri.

Questa bolletta è l’esempio limpido del venir meno di un patto fondamentale tra stato e imprese, violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me. E vale per tutti. Polverizza la speranza, inaridisce i desideri. È una goccia densa di tutto quanto ci sia di sbagliato al mondo oggi, della direzione storta di questo presente», le sue parole.

«Venderò 9mila coppette»

La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci. Il punto è che io questo lavoro non volevo farlo, e così non è più neanche divertente. E io mi annoio subito e quando mi annoio, o forse quando ho paura, distruggo tutto. Ecco, in Italia, a lavorare bene, anche un animo come il mio con energie infinite si annoia e ha paura. Per ora reggo, è solo l’ansia che sale, ma non vi mollo, sia mai lasci spazio al gelato all’amatriciana o al sorbetto di funghi porcini o, peggio ancora, a quelle poltiglie scolorite e gonfie», conclude Fassi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Settembre 2022, 12:07
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