Sono accusati di aver stuprato per 12 ore una ragazza in un motel di Cornaredo (Milano). E di fronte al gip, i tre uomini arrestati per violenza sessuale e sevizie, si sono difesi dichiarando: «Lei era consenziente, l'avevamo pagata». Una prestazione sessuale, dunque, concordata e a pagamento decisa in anticipo all'interno di un locale di corso Como a Milano.
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La ricostruzione
Ma da quanto dichiarato dalla giovane 23enne, gli accordi fossero ben diversi. La vittima, infatti, ha raccontato di aver ricevuto una proposta da mille euro di compenso, per una notte passata in una stanza da favola all'interno di un hotel a cinque stelle lusso, in pieno centro a Milano. «Ti sposo, devi essere solo mia», le avrebbe detto quella sera uno dei tre, Alvardo Agaraj, albanese, 21 anni. Ma quella notte di passione e lussuria si è trasformata in un vero incubo. Il giovane è ricercato dalla polizia per l'omicidio di un uomo, avvenuto il 23 ottobre durante una sparatoria, per vendicare la sua ex. Ma lui si trova in discoteca tra divertimento e alcol. E incontra la giovane, originaria di Haiti e in pochi minuti le propone di trascorrere il resto della notte insieme.
La notte dell'orrore
La giovane cede alle lusinghe dell'uomo, ma ben presto si rende conto che quanto raccontatole finora non era vero. Dall'hotel extra lusso si ritrova in un motel di periferia dell'hinterland milanese. E la notte di passione promessa si trasforma in un vero e proprio stupro di gruppo: insieme al 21enne si presentano infatti anche il fratello 23enne Xhentjan (detto Jack, che quella sera sta festeggiando la scarcerazione per stalking nei confronti dell'ex fidanzata) e il cugino 29enne Alfiol Quku, incensurato.
«Hanno esagerato»
La giovane ha raccontato la sua notte da incubo così: «Hanno esagerato parecchio con la violenza nei miei confronti, ma loro non ne volevano sapere e anche con la forza mi costringevano». Morsi, calci, pugni, schiaffi per ben 12 ore. «Mi stavano addosso come se fossi un animale, mi insultavano, mi hanno più volte preso per il collo facendomi mancare il fiato, mi hanno insultato con epiteti razzisti, deriso e chiamato putt**a». La notte dell'orrore, però, a un certo punto sembra avere una fine. Alla camera del motel infatti, secondo la testimonianza della giovane, a un certo punto bussano due carabinieri, chiamati a intervenire per i rumori che provenivano dalla stanza.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Novembre 2022, 22:48
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