Milano, patrigno-orco abusa per anni della figliastra e la costringe ad abortire: condannato a 10 anni

L'uomo, 73enne, ha iniziato a violentarla quando era minorenne

Patrigno-orco abusa per anni della figliastra e la costringe ad abortire: condannato a 10 anni

di Simona Romanò

Quando l’orco è dentro casa. Una storia agghiacciante di violenza, sopruso e umiliazione vissuta da una donna che oggi ha 38 anni, ma all’epoca dei fatti era una ragazzina di 12 anni: per circa 15 anni è stata “schiava” del suo patrigno, un 73enne italiano, residente a Milano, condannato a 10 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale aggravata dai terribili abusi perpetrati tra il 2005 e il 2020. Quest’uomo ha stuprato la figlia della sua convivente quasi ogni giorno. L’ha obbligata ad abortire. L’ha venduta in sposa due volte.

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L’ha costretta a subire in silenzio terrorizzandola. Un «vero “padrone” portatore di una mentalità arcaica che esercitava una sorta di diritto di proprietà», ha scritto il gup Guido Salvini nella sentenza con rito abbreviato per il 73enne, dopo l’inchiesta coordinata dal pm Michela Bordieri.

Le indagini erano partite nell’estate di due anni fa, quando la donna ha «deciso di lasciare l’abitazione familiare per convivere con il fidanzato».

Così, è nata una lite col patrigno e sono intervenuti i carabinieri, ai quali la vittima ha finalmente trovato il coraggio di raccontare tutto. In realtà, lo aveva fatto una prima volta nel 2005, ma poi aveva ritrattato per paura e dovette pure patteggiare per calunnia. Nel 2020, invece, i militari sono riusciti a ricostruire gli eventi terrificanti. Il patrigno avrebbe abusato di lei ripetutamente e per coprire gli stupri «aveva dovuto abortire in tre occasioni». E ancora: «Tra il 2007 il 2016 ha dovuto sottostare a due matrimoni combinati con stranieri, che in quel modo avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno dando in cambio al patrigno da 2.500 a 5mila euro». Un mostro seriale, perché nelle pagine della sentenza «sono ripercorsi anche altri abusi che l’uomo avrebbe commesso, tra il 2019 e il 2020, contro un’amica di famiglia», anche lei rimasta zitta per paura di ritorsioni.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Gennaio 2022, 09:20
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