Milano, si fa regalare casa da un'anziana malata: commercialista condannato per circonvezione di incapace

Si fa regalare casa da un'anziana malata: commercialista condannato per circonvezione di incapace
Massimo Rizza, segretario dell'Ordine dei commercialisti di Milano, è stato condannato a tre anni per circonvezione di incapace: secondo l'accusa ha indotto una donna, che era ricoverata in una residenza sanitaria e affetta da infermità psichica e che all'epoca aveva 84 anni, a firmare nel 2015 «un atto pubblico di donazione», a favore di se stesso, della proprietà di una casa a Varazze (Savona), che era dell'anziana.

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La condanna, anticipata in un servizio del Tg3, è stata emessa dal giudice della nona penale di Milano Fabio Processo. Il giudice ha anche stabilito una provvisionale di risarcimento di 100mila euro a favore della parte civile (la donna, un'ex professoressa, è morta negli anni scorsi) e ha dichiarato la «nullità» della donazione. Rizza, all'epoca dei fatti, era commercialista di fiducia della donna. Come si legge nell'imputazione, il professionista avrebbe fatto firmare l'atto all'anziana (difesa dal legale Lara Rigamonti) «nel cortile della struttura» dove era ricoverata.

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LEGALE: "ERANO AMICI" Secondo Enrico Arena, legale di Rizza, però, non c'è stata alcuna circonvezione di incapace: iperiti nominati dal Tribunale, precisa, «hanno accertato che la donna aveva conservato la capacità di intendere e di volere» e «tra il mio assistito e la signora, c'era una conoscenza e poi un rapporto amicale che durava da 30 anni». Secondo il legale, tra Rizza e l'anziana il rapporto, nato sul fronte professionale commercialista-cliente, «era poi divenuto un'amicizia» e una perizia, disposta dal giudice, accertò nel processo che la donna aveva «sempre controllato la propria vita» e diede atto «solamente di problemi di memoria».

Lo stesso atto di donazione, inoltre, spiega la difesa, «venne compiuto alla presenza di un notaio, ovviamente, e di due testimoni, tra cui un neurologo che disse che si poteva procedere». Secondo la difesa, fu in seguito un amico della donna, dopo la donazione, a «rappresentarle» che Rizza le aveva «rubato la casa» e il commercialista, poi, non ha potuto più confrontarsi con lei. La difesa «attende le motivazioni» e poi farà ricorso contro la condanna. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Dicembre 2019, 11:48
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