Preside dorme a scuola per prevenire l'occupazione del Liceo Boccioni a Milano

Sventato il Blitz studenti

Preside dorme a scuola per prevenire l'occupazione del Liceo Boccioni a Milano

di Alessia Di Fiore

Sventata l'occupazione studentesca al liceo artistico Boccioni di Milano, dove la preside, consapevole delle intenzioni degli alunni, ha battuto questi ultimi al loro stesso gioco: la dirigente scolastica ha passato la notte fra domenica e lunedì all'interno della scuola, sorprendendo gli studenti che nel cuore della notte hanno provato a introdurvisi. 

Un secondo tentativo da parte degli studenti è stato compiuto durante gli scrutini: due studenti si sono introdotti all'interno della scuola per lasciare aperta una finestra con lo scopo di introdursi nell'edificio nelle ore successive, ma, scoperti, sono scappati. 

Lunedì mattina, è stata comunque annunciata l'occupazaione su una pagina social che ne spiegava le motivazioni:

«La protesta», spiegavano gli studenti, «non è “un attacco personale alla dirigenza”, ma una presa di posizione contro questo sistema che ci insegna a chiudere gli occhi davanti ad ogni tipo di ingiustizia». 

Nonostante le numerose condivisioni e congratulazioni al post, le lezioni hanno continuato a svolgersi regolarmente, come ha confermato un comunicato divulgato dalla scuola: «La scuola non è occupata, le lezioni si stanno svolgendo regolarmente. Dispiace che ci sia qualcuno che trovi democratico e civile disturbare con canti e urla al megafono il lavoro altrui» e in fondo al comunicato un invito volto ai rappresentati di classe e al collettivo da parte della dirigente a incontrarsi alle 12.

Sui social però, il dissing continua tra chi si definisce favorevole all'occupazione e chi contrario: «La preside si è dimostrata ben disposta ad ascoltare le vostre proposte e a collaborare con voi, ma semplicemente i rappresentanti di questo collettivo oggi (nell'assemblea) si sono dimostrati non solo incapaci di affrontare un dialogo, ma maleducati e privi di argomentazioni», scrive uno studente. 

Questa mattina è arrivata la risposta del collettivo: «Abbiamo provato a occupare la nostra scuola perché vogliamo che non sia un luogo di ansia e paura, ma uno spazio di felicità e socialità - scrivono gli studenti -.

Vogliamo una scuola che ci prepari ad affrontare la vita, e se non lo fa allora dobbiamo prenderla nelle nostre mani. Abbandonare le lezioni e le verifiche per avere il tempo di imparare ciò di cui abbiamo veramente bisogno e che la scuola non ci dà la possibilità di imparare, come ad esempio l’educazione sessuale. Non volevamo occupare contro la preside o i prof - ribadiscono - ma non ci sentiamo ascoltati. Non è possibile che in ogni occasione di confronto veniamo zittiti o non veniamo ascoltati».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Febbraio 2024, 15:41
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