Guido Rancilio si trova al Policlinico di Milano. E' sotto sedativi, non parla e non si rende conto di quello che ha fatto alla madre Fiorenza Rancilio, stordita e uccisa nel suo lussuoso attico del centro con un manubrio da palestra. Riferisce il Corriere della Sera, che il 35enne non sia in grado di capire quello che ha fatto martedì mattina e che abbia chiesto più volte della madre. E per questo motivo gli psichiatri avrebbero chiesto agli investigatori di aspettare ancora prima di interrogarlo.
La scena del delitto
Quando i carabinieri lo hanno trovato sulla scena del delitto, era Guido Rancilio seduto in un’altra stanza dopo la scoperta del corpo. Intorno a lui hanno trovato anche una serie di benzodiazepine. Il 35enne è nato a Lugano, dove la famiglia si era trasferita dopo il rapimento del fratello Augusto, architetto allora 25enne. La ‘ndrangheta lo aveva prelevato a Cesano Boscone nell’hinterland nel 1978. Il ragazzo non è più tornato a casa: fu ucciso dai suoi carcerieri in Aspromonte durante un tentativo di fuga.
Guido aveva assunto una quantità elevata di psicofarmaci
Guido avrebbe usato un manubrio in metallo rivestito in gomma dal peso di circa 8 chili. Al momento del delitto in casa c'erano solo lui e la madre. La porta era chiusa dall'interno, e lui era seduto a terra in stato quasi catatonico. Aveva assunto una quantità elevata di psicofarmaci: non si sa se era intenzionato a togliersi la vita ma la dose era molto pericolosa.
Le cure contro la schizofrenia
Le indagini stanno cercando di ricostruire il percorso di cura di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio. La madre Fiorenza, aiutarlo a superare problemi legati alla schizofrenia, si era rivolta ai migliori specialisti. Ci sono state visite, ricoveri nelle migliori strutture, e anche un Tso. Ma quando Guido interrompeva la terapia, le crisi che lo portavano a distruggere tutto quello che trovava in casa riprendevano. Ma mai c'erano stati atti di violenza contro la madre.
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Dicembre 2023, 11:02
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