Incidente in Cadore, gogna social per l'avvocato di Angelika Hutter: «Ci vuole coraggio, mettete anche lui in carcere»

Preso di mira l’avvocato Giuseppe Triolo, per aver fatto il suo dovere: assistere l’indagata per la strage

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di Redazione web

«Ci vuole coraggio anche ad essere il suo avvocato», «Mettete anche l’avvocato in carcere», «Ma questi avvocati che difendono l’indifendibile, hanno una coscienza?». E poi tante altre frasi impossibili da riportare. Una vera e proprio campagna d’odio quella messa in atto sui social contro il difensore dell’investitrice Angelika Hutter. Preso di mira l’avvocato Giuseppe Triolo, per aver fatto il suo dovere: assistere l’indagata per la strage di Santo Stefano di Cadore, nel bellunese, dove la donna ha investito e ucciso tre persone di una famiglia in vacanza.

 

La solidarietà dei colleghi

«Piena solidarietà del presidente della Camera Penale bellunese all’avvocato Triolo per gli attacchi a lui giunti via social per aver preso la difesa dell’imputata», premette l’avvocato Montino. «Ricordo i principi fondamentali del diritto di difesa - prosegue -, anche costituzionalmente garantiti dall’articolo 24. E ricordo che va assicurata una difesa che garantisca i principi del ragionevole giudizio anche nei reati più efferati quando la colpa sembra già acclarata». E il presidente della Camera Penale cita l’intervento pubblicato dall’Unione delle Camere Penali nel caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza, agito dal compagno, Alessandro Impagnatiello.

Dopo le notizie della confessione dell’indagato, l’interrogatorio di garanzia, le modalità dell’azione omicidiaria, i frame del video catturato dalle telecamere di sorveglianza spiegano dall’Osservatorio Informazione Giudiziaria, media e processo penale «tutto ciò, come sempre capita, ha prodotto una deflagrazione di odio totale nei confronti di chiunque si occupi del processo penale senza invocare feroce e sommaria giustizia per l’autore di questo atroce delitto.

Oggi, sui social, per Impagnatiello si chiede la pena di morte: deve bruciare all’inferno prima di affrontare un giusto processo che potrebbe comportare il rischio di salvifiche infermità di mente o il riconoscimento di circostanze attenuanti idonee a contenere la pena. Si dileggiano le argomentazioni giuridiche del gip di Milano che ha avuto il torto di applicare la legge sostanziale escludendo l’aggravante della premeditazione e si sprecano - come al solito - le offese e le minacce rivolte al suo avvocato ha assunto il mandato di difendere un “personaggio simile” anziché vergognarsene». Parole che ricorrono anche nei commenti che sono scattati in questi giorni a margine degli articoli sull’investitrice: attacchi feroci all’avvocato Giuseppe Triolo, preso di mira per le sue parole sul caso. «Ho visto che ci sono centinaia di commenti», ha detto ieri il presidente dell’Ordine degli avvocati bellunesi annunciando la discussione della vicenda nel consiglio odierno.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Luglio 2023, 18:40
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