Il generale Roberto Vannacci è tornato a parlare del suo libro e delle dichiarazioni che hanno fatto scalpore in merito ad omosessualità, conflitto russo-ucraino e il ruolo delle donne. Il generale ha confermato a Chi che tutto ciò che ha scritto, lo rivendica con orgoglio e che non si pente. In merito alle critiche ricevute, infatti, ha poi concluso: «Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà».
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L'intervista
«Razzista io perché ho scritto che i gay non sono normali? Ma se io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo? L’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico. Vi sembra normale una persona che sceglie di fare un lavoro come il mio?». Il generale al centro delle polemiche affronta in un’intervista a Chi i temi più controversi del suo libro Il mondo al contrario.
Omosessuali?
«Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità: gli omosessuali spesso attraversano travagli interiori pesanti. Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente. Quanto alle donne nell’esercito, nessuna preclusione, a parità di rendimento».
Ma perché ha scritto il suo libro? «Per soddisfazione personale. Ho messo insieme gli articoli che volevo pubblicare su ambiente, energia e nuove città. Il resto sono riflessioni personali: tanto che tra me lo chiamo "il libro delle banalità". Non avrei mai immaginato questo polverone». Ora che è stato sostituito al comando, qual è il suo obiettivo? Candidarsi alle Europee? «Resto un soldato. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà».
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Ottobre 2023, 18:38
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