In prima linea da sempre e specialmente durante la pandemia. Ma sono sempre più uno sparuto manipolo. È allarme per i numeri del personale sanitario in Italia: a lanciarlo è Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza.
Covid, «il mondo mai così vicino alla fine della pandemia»: l'annuncio dell'Oms
<h2>Ricciardi: «In Italia un crimine»</h2>
«Con gli operatori sanitari, in Italia è stato fatto un crimine. Dal 2010 a oggi, il Servizio sanitario nazionale ha perso circa 40mila dipendenti, tra pensionamenti e trasferimenti all’estero» - ha spiegato Ricciardi durante la celebrazione dei 40 anni della Società italiana di Medicina generale (Simg) - «I tagli alle risorse, per esigenze di finanza pubblica, hanno scatenato negli anni un effetto a catena disastroso. Abbiamo assistito a una perdita di strutture pubbliche, a una crescente riduzione del personale e a una diseguale qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria, con ridotta accessibilità alle cure».
I dati: sempre meno medici e infermieri
Quanto denunciato da Walter Ricciardi non è certo una novità. I dati illustrati dal medico e presidente della World Federation of Public Health Association (Wfph) sono però lapidari: «Tra il 2013 e il 2019 abbiamo perso circa 3000 medici di base, ma con la corsa ai pensionamenti saranno oltre 35mila in meno entro il 2027. C’è una carenza di oltre 47mila medici del Servizio sanitario nazionale e mancano inoltre 53mila infermieri, con un rapporto rispetto ai medici quasi di parità, nonostante a livello internazionale debba essere di tre a uno».
Sanità, in Italia bassa spesa pro capite e medici troppo anziani
Altri dati allarmanti: la spesa sanitaria pro capite in Italia è di 2.473 euro, meno di tanti altri Paesi Ue e della media Ocse (2.572 euro).
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Settembre 2022, 14:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout