Covid, ecco la mascherina intelligente: rileva il virus in 10 minuti

Un sensore applicato sulla mascherina, dotato anche di transistor, manda anche notifiche tramite un'app sullo smartphone

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di Enrico Chillè

Covid, ecco la mascherina che farà concorrenza ai tamponi nella diagnosi della positività. A progettarla sono stati alcuni ricercatori dell'Università Tongji di Shanghai: questa mascherina hi-tech è in grado di rilevare il virus in un paziente e nell'aria circostante nel giro di dieci minuti, ma non solo.

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Covid, la mascherina che rileva il virus

Il design è quello di una comune mascherina FFP2, ma la tecnologia applicata è avanzatissima. I ricercatori hanno infatti aggiunto un piccolo sensore dotato di aptameri, un tipo di molecola sintetica che, allo stesso modo degli anticorpi, sono in grado di identificare le proteine uniche dei vari patogeni. Nel corso dello sviluppo, i ricercatori hanno utilizzato tre diversi tipi di aptameri: due che risconoscono le proteine spike del virus dell'influenza e uno che invece riconosce quelle del SARS-CoV-2. Il sensore è molto sofisticato ed è in grado di rilevare il virus anche in 0,3 microlitri di liquido (una quantità tra le 70 e le 560 volte inferiore al volume di liquido prodotto da uno starnuto).

Covid, la mascherina e la prevenzione

Il sensore applicato alla mascherina è dotato di un transistor che invia un messaggio al telefono di chi la indossa, nel momento in cui gli aptameri si uniscano alle proteine spike.

Il tutto grazie ad una app che può connettere tra loro anche gli smartphone di chi si trova in quel momento nello stesso posto, inviando così a tutti un'allerta.

Lo studio

Il lavoro dei ricercatori di Shanghai è stato pubblicato sulla rivista scientifica Matter. «Volevamo creare una mascherina che potesse rilevare la presenza di virus nell'aria e allertare chi la indossa. Ha un grande potenziale per quanto riguarda gli spazi chiusi con poca ventilazione, dove il rischio di contagio è più alto», ha spiegato Yin Fang, coordinatore dello studio. Fiduciosa anche la dottoressa Marilyn Cruickshank, epidemiologa dell'Università tecnologica di Sydney, che ha esaminato il prodotto: «I primi passi sono incoraggianti, ma tutto dipenderà da come verrà implementato. Potrebbe essere una svolta per prevenire focolai di varie malattie infettive». Il lavoro dei ricercatori non si ferma qui: «Vogliamo rendere il sensore ancora più preciso e ridurre il tempo di rilevazione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Settembre 2022, 20:23
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